RINGO ## Milanese di Paderno Dugnano, 54 anni, dj e conduttore Tv

Dj di lungo corso, rockettaro irriducibile, conduttore di programmi in radio (dal 2008 è direttore di Virgin Radio) e in Tv, Ringo – all’anagrafe di Paderno Dugnano (Mi) Rocco Anaclerio, 54 anni – è un motociclista indomito, curioso e sempre pronto a tutto pur di andare. Una passione per le due ruote, la sua, che a marzo 2016 l’ha portato a condurre su Sky Uno Lords of the Bikes, primo contest italiano riservato a dieci meccanici preparatori che in sei puntate di hanno modificato e costruito moto uniche ed originalissime. Ringo in questa intervista racconta di tutto e di più: dal Ciao rosa che stava per mandarlo in carcere alle case occupate a Londra, dalla cresta colorata con la vernice per moquette alla discoteca Hollywood, le feste con Bono, Prince e David Bowie, Bruce Willis che rimorchia Aida Yespica, Cindy Crawford che lo bacia, Eugenio Finardi sindaco di Milano… Quando attacca a parlare, bisogna prenderlo a pallettoni per farlo smettere.

Trascrizione videointervista a RINGO

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MADE IN MILAN (BICOCCA)
Sono cresciuto a Milano, prima a Porta Venezia e poi in Bicocca. Bicocca per chi conosce Milano: Viale Zara, Fulvio Testi, dritto e arrivi in Bicocca. Pensare che dalla Bicocca a Fulvio Testi si prendeva la bicicletta in cinque o sei, si metteva via un panino, due panini, l’acqua no perché la bevevamo dalle fontanelle gratis, quelle con il dragone verde, mica come adesso con la bottiglietta, con i due panini si andava via con la Saltafoss che già era una bicicletta figa, gli altri avevano le Graziella… Si faceva Bicocca-Parco di Monza, dove c’è il circuito, ed era un’avventura, una gita, tornavamo la sera e ci abbracciavamo “è stato bello”.

DJ CON IL CIAO ROSA
Facevo già il Disk Jockey a quattordici- quindici anni: mettevo i dischi il sabato pomeriggio in una discoteca che si chiamava “COC”, che era il primo gay club d’Italia. Era a Porta Romana, in via Vittadini, dove adesso c’è un palazzo. Non c’è più. Di fronte al Parco Ravizza, ti dico solo che quello che faceva la porta per noi alla discoteca, quando faceva le serate dovevo andarlo a recuperare perché faceva il travestito, batteva nel parco, allora dovevo andarlo a recuperare, si doveva struccare, rivestire da uomo e fare la porta. Andavo col motorino, lo feci rosa, bianco o blu ce l’avevano tutti. Un mio amico, buonanima perché è scomparso, un giorno mi fa: “Mi presti il motorino, Ringo?”. “Sì, te lo presto”, e lui va a fare una rapina al supermercato con il motorino rosa. Subito arrivano da me i carabinieri di zona, mi pigliano a schiaffi, mi ammanettano e io “Che cosa ho fatto, maresciallo? Giuro, sono uno bravo, bellino, lavoro, faccio sport, io non faccio il mariuolo”. E quello: “Ti hanno visto con questo (motorino) scappare dal supermercato”. E il mio amico, che era vicino a me nel bar, disse: “No, ero io. Sono stato io, non c’entra niente lui”. Oh sto parlando degli anni Settanta, ragazzi. Lo dico col sorriso, non è che sono cose positive, però questi sono i miei ricordi, questo è l’ambiente in cui sono cresciuto e non voglio rinnegarlo.

LONDRA E I PUNK
Me ne andai a Londra a quattordici-quindici anni, cosa impensabile per un quindicenne di adesso. Arrivai a Victoria Station con altri punk di Brescia, di Bergamo, tutti con le creste verdi e azzurre. Dormimmo per i primi cinque-sei giorni a Victoria Station con il sacco a pelo, poi i Bobby, che sono i poliziotti inglesi, ci cacciarono e decidemmo di occupare uno squat. Andammo a Kilburn, una zona un po’… adesso è una zona bellissima di Londra, non avevamo acqua, non avevamo niente, però almeno dormivamo sulla moquette con il sacco a pelo.

RINGO ROADIE
Scaricavo gli strumenti per i Clash e per i Pistols per vedere i loro concerti gratis poi o Sham 69, Chelsie, The Boys, tutte queste band che c’erano all’epoca, gli Stranglers, sono cresciuto con quei gruppi.

CHE TI SEI MESSO IN TESTA?
Tornando da Londra con queste creste blu, verdi, fatte perché c’erano i crazy coulors: si faceva la cresta bianca, poi tingevi con Crazy Coulors, tinture tossicche per moquette, pensa che veleni ci mettevamo in testa… La polizia ci guarda con queste creste e dice: “ Fermi!”. I celerini, i mitici celerini, sto parlando di quando avevano la divisa e l’elmetto verde, ci dicono subito: “Documenti!” e ci portano dentro il posto di polizia per sapere chi eravamo, cosa facevamo, che tipi di esseri umani eravamo.

I TEMPI DELL’HOLLYWOOD
Io quando ero ragazzino andavo al Mandala che era in Corso Como 15, quello che attualmente è ancora l’Hollywood, mia ex discoteca di cui le quote ho vendute nel 2005.
Al Mandala ci ho fatto tutto: le mie prime esperienze sessuali, le prime canne che giravano, i cannoni “bumba eh” di Bob Marley… Si girava col sacco di jeans, insomma erano begli anni. Quando andai a Los Angeles, tornai a Milano nel 1986, i miei ex soci dell’epoca, amici, mi dicono: ”Adesso vogliamo fare sta discoteca nuova, che palle ‘sta disco! Adesso è arrivata ‘sta house”, dicevano, che si può fare? “. Io gli rispondo. “Guarda, io me ne torno a Los Angeles fra due-tre mesi, sto un po quà poi me ne torno a Los Angeles”. Rilanciano: “No dai facciamo qualcosa”, io faccio duo o tre serate ma non era ancora l’Hollywood, era il Sintesis, in San Babila. Così prendemmo dopo l’Hollywood, e le serate mie fanno il pieno così! Vedono che io sono indeciso se tornare a Los Angeles “Ringo, ti diamo il 25%, compriamo una discoteca nuova e facciamo un locale rock nuovo: l’Hollywood, rock glamour, modelle“. Dove possiamo trovarlo..?”. Gli rispondo: “Guarda, io sono affezionato all’Hollywood”. E andammo a vederlo: un venerdì sera era vuoto, non andava più e prendemmo quella discoteca.

BONO, PRINCE E GLI ALTRI
Poi nell ’86 io invitai Bono Vox per un compleanno, fece il compleanno Ronnie Wood dei Rolling Stones, il compleanno Prince – avevo lavorato con Prince a Los Angeles come dj – che mi ritrovai qui e feci il suo compleanno qui. Mi ricordo che fece una torta al limone, trecento fette tagliate una ad una da lui. Sai, con queste feste qua, questi nomi… il locale esplose.

IO E SUZI
L’altro giorno ho messo un disco in radio: ho messo Suzi Quatro, “Can the can”, lei mi faceva impazzire, l’ho sempre detto, non ho vergogna a dirlo: le mie prime dediche l’ho fatte a lei. Sì, le mie prime seghe con Suzi Quatro… vedevo Suzi Quatro vestita di pelle con il basso, mi arrapava a livelli… io ero ragazzino… cara Suzi, mi sono fatto le seghe per te.

GUETTA CHI?
Io sono cresciuto con i T-Rex, poi arrivò il punk dopo, prima c’era Marc Bolan, T-Rex, tutto il glam inglese. Adesso cosa abbiamo? Abbiamo David Guetta adesso…

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MILANO A GO-GO
Milano è fantastica, avevo soldi a go-go, donne a go.go, c’era Bettino Craxi, era una Milano diversa, la famosa Milano Da Bere, è veramente esistita. Ci si divertiva, la Milano dove veniva Andy Warhol. Nell’84 venne Andy Warhol, prima di morire, a fare l’ultima sua mostra. Veniva Keith Haring che dipingeva tutto il negozio di Fiorucci, tre piani di negozio a mano, roba da mettere al Moma. Venivano tutti, gravitavano qui, anche Steve Strange, che è morto da poco… c’era il Plastic, dove collaboravo, discoteca che andava forte in quel periodo, negli anni ’80, prima dell’Hollywood, c’era una Milano dove venivano tutti gli artisti.

L’AEREO DI BOWIE
Tu pensa che c’erano delle serate in cui Bowie prendeva l’aereo privato con vari artisti inglesi, e veniva a farsi le serate a Milano per tornare il lunedì a Londra. L’unica cosa brutta che c’era in quegli anni è che era esploso l’aids; tutte le agenzie di moda erano qua e quindi gravitavano tutte le modelle quì, quelle americane, però. Adesso arrivano russe che arrivano, slavate, che non hanno neanche mezzo sorriso. Le ragazze americane, invece, erano molto più divertenti, sapevano di musica, sapevano divertirsi: “ party time”! C’erano delle modelle che mi portavano dei dischi nuovi dalla California, dei vinile, e io li mettevo in discoteca e lanciavo io dei pezzi, perché non c’era internet, qualcosa mi era sfuggito, tornando in Italia mi ero portato dei dischi ma dopo un anno o due i dischi erano invecchiati, queste modelle erano delle teenager, diciotto-diciannove anni, che sentivano la musica e mi portavano le novità.

IL BACIO DI CINDY
Cindy Crawford era sempre all’Hollywood, mi ha dato un bacino qui una volta (si indica le labbra), mi ha detto: “Mettimi un disco”, le dissi “ No, che cosa mi dai?” Così, per ridere, e lei. “Vuoi un bacio?” e poi mi ha preso… Ci ho messo un’ora per riprendermi e tornare a lavorare, non riuscivo più a mixare. Ron Wood fece il suo compleanno all’Hollywood, chiaramente invitò gli altri Rolling Stones, le altre pietre rotolanti, poi mi disse. “Guarda che viene anche David, vorrei un angolo solo per lui”, e io chiesi: “David chi?”. “Bowie”. “Ah, ok!”. Una fatica fare la sicurezz a… Li invitò anche Mickey Rourke, che all’epoca era esploso, non era facile noi avevamo una serie di ragazzi, un bel servizio d’ordine, li mettevo li, e loro stavano bene.

LE STAR “BROCCOLAVANO”
E Milano piaceva: fare la festa di compleanno a Milano per Mickey Rourke era figo tornare a Los Angeles e dire “Ho fatto la festa di compleanno a Milano”, senza dimenticare che broccolavano sempre come dei pazzi.

BRUCE WILLIS E AIDA
L’ultimo che ho visto broccolare forte e gli feci l’applauso è stato Bruce Willis, che ho visto scappare una volta dall’Hollywood, all’epoca, sto parlando degli anni 2000, con l’Aida Yespica, mi pare, e gli feci “Bruce, clap-clap!”; Poi, alle cinque di mattina, come è d’obbligo, vado a fare colazione al bar dell’ospedale Fatebenefratelli, che è frequentato da infermieri che vanno in turno, poliziotti di turno e metronotte di turno…Alle cinque cinque e mezzo fanno colazione con il grembiule bianco e poi vanno all’ospedale a lavorare; a un certo punto me lo trovo lì che si faceva un cappuccino con lei e ho pensato: “Sei il numero uno”, si era informato da solo e aveva trovato il bar da solo, era lì seduto e la barista, la signora, penso fosse la padrona, una signora simpatica mi chiese: “Senti Ringo, ma quello chi è che lo conosco?”, e le dissi “Signora, lavora da noi in discoteca”. “Aaah, mi sembrava”, ma che risate vedere le facce dei poliziotti e degli infermieri pensare: “Ma che cazzo ci fa Bruce Willis alle cinque e mezzo di mattina al bar dell’ospedale Fatebenefratelli che inzuppa la brioches e fa colazione con Aida Yespica?!”.

I SOLDI NELLA NOTTE
Forse si guadagnava di più, forse c’era meno controllo fiscale, questo non sta a me dirlo, però era Milano in cui per quanto si guadagnasse si lavorava, c’è anche da dire che era una Milano notturna che non faceva paura… Bruce Willis te lo vedi ora alle cinque di mattina al bar dell’ospedale, non mi date del leghista, però con bande di rumeni e spacciatori, nordafricani, pazzi che girano la notte… la notte milanese è pericolosa adesso ragazzi.

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ECCO IL TERRONE
Quando ero ragazzino ho vissuto un po di razzismo, perché venivo da una famiglia pugliese, e mi dicevano: “Oh è arrivato il terrone a giocare”, anche a scuola, mi chiamo Rocco Anaclerio di cognome, però a me mancava Milano, ho spinto, sono nato a Milano, sono milanese, sono diventato un milanese lavorando e vivendoci, quella Milano manca, ora è veloce… offre tanto, però ha perso un po’ di milanesità, quella milanesità anni Settanta..la trattoria milanese, il cantastorie milanese, mi mancano Cochi e Renato, Jannacci, Gaber,,, Peccato, non c’è più quella milanesità artistica, manca. Non inizia una Milano multirazziale come le istituzioni vogliono far credere, perché nei quartieri di periferia occupano le case e si ammazzano per una casa occupata e si picchiano, gente che vive in macchina, italianissima, mi fa male vedere uno che vive a Milano da settant’anni che è nato a Milano vive in macchina perché non ha lavoro, è assurdo che a Milano non ci siano i mezzi gratis per gli anziani che hanno lavorato una vita.

FINARDI A PALAZZO MARINO
Porterei Edoardo Bennato da Napoli a fare il sindaco di Milano, però mi piacerebbe uno come Finardi. Lo so che fa musica e non gli frega niente, o addirittura propongo il Puma di Segrate (in realtà è di Lambrate, il giorno dopo rinvio ha chiamato per precisare, ndr) Fabio Treves. Sì, Fabio Treves sindaco.

MUSICA E BOTTE
A volte ci rincorrevano nei centri sociali e ci menavano perché ci dicevano che eravamo nazisti, solo perché avevamo il capello corto il giubbotto “chiodo” e la moto, quindi c’erano delle risse, negli anni ’70-’80 in via Torino, con i metallari… poi arrivarono i paninari… poi quando incontro con quelli dell’epoca, con cui ci siamo picchiati, ci diciamo “Ma che cazzo facevate?”, noi avevamo la musica.

SCANDALO PALALIDO
A me è capitato di andare al Palalido, ecco un altro scandalo: il Palalido bloccato, storia di Milano, io ci ho visto i Cramps, i Police, i Ramones e adesso è buttato lì… Arrivavano quelli di Lotta Continua e ci ammazzavano di botte e ci dicevano. “Fascisti!” perché avevamo il chiodo di pelle nera, c’era un po’ confusione a livello politico, conta che hanno tirato le molotov, ai tempi, a Santana, a Frank Zappa..

OK PROGRESSO
Io bivio proprio dove c’è zona Corso Como, quindi ho visto crescere questi grattacieli, ma è giusto che una città abbia un centro con dei grattacieli… Io sono per il progresso; purtroppo c’è la cultura del caseggiato che ce l’ha con i locali, non vuole rumore, il milanese non vuole rumore, quindi consiglierei di fare un quartiere alici rosse come ad Amsterdam, dove uno va se vuole andare a puttane va puttane, se vuole fumare fuma, se vuole veder del rock vede del rock e non rompete le palle!

I VIDEOBAR
Tornerei agli anni ’80 quando andavano anche i video, il primo videobar italiano è stato aperto a Milano; uno mio amico si faceva far le cassette Vhs, registrando ore e ore di Mtv in America, perché c’era solo in America, le portava qua e le metteva su..il bar era pieno, perché guardavamo i video..il primo video dei Dire Straits, il primo video dei Cars; dentro al video bar c’erano pittori, fotografi, presunti artisti, perché la corte dei miracoli è fatta di grandi artisti e artisti del cazzo!

IO, PIERSILVIO E IL MORSO AL SENATÙR
Io frequentavo, senza problemi, Piersilvio Berlusconi giovane, veniva nella mia discoteca, ogni tanto mi invitava a Arcore a giocare a pallone, giocavamo noi, gli amici di Pier, contro le guardie, elicotteri permettendo, ogni tanto atterravano, una volta è atterrato Agnelli e ha interrotto la partita, eravamo 2 a 1 per noi..quei dieci minuti di elicottero..quando abbiamo ripreso la partita hanno pareggiato, ce l’ho ancora qui quel pareggio! Nelle partite gravitavano, nell’eliporto di Arcore, vari personaggi che io guardavo con curiosità e a volte vedevo Bossi, a volte vedevo Agnelli, Craxi, quelli che gravitavano in quegli anni, mi ricordo, Bossi non me ne bolgia, senatore, è ancora senatore?non lo so vabè, mi ricordo che c’era un bastardino chiamato Teo, ad Arcore, erano gli inizi di Forza Italia; escono sette o otto personaggi dalla villa, tra cui il presidente, e io non li conoscevo, adesso col senno di poi posso dirti chi erano, all’epoca erano delle persone di sessant’anni che parlavano di politica, a me non interessava, io giocavo a pallone; sto bastardino parte, non so perché e azzanna Bossi al polpaccio e allora le guardie dissero “ si vede che è un cane pugliese”.

PERCHÉ RINGO
Quando ero ragazzino alle medie suonavo la batteria in un gruppo e si facevano i pezzi dei Beatles, io le medie le ho fatte nel ’73/’74, l’anno in cui si sciolsero i Beatles, io avevo il caschettino, suonavo la batteria e tutti mi chiamavano Ringo, per Ringo Starr, e da lì in poi non me lo sono più tolto.

 

 

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