Situazione ancora fuori controllo per l’arrivo di troppi immigrati nei comuni bresciani, presto un confronto con il prefetto della città.
La situazione che riguarda la questione migranti è sempre spinosa, anche per le grandi difficoltà che può portare nelle zone di accoglienza. Il prefetto Maria Rosaria Laganà ha sottolineato l’importanza della collaborazione e della sinergia tra prefettura ed enti territoriali.
Queste dovrebbero servire a rendere la permanenza dei profughi il meno invasiva possibile per le comunità ospitanti. La Laganà, a tale proposito, ha incontrato il sindaco del Comune di Azzano Mella dove si trova l’albergo Niga, utilizzato come hotspot per migranti.
L’edificio di via Milano, attualmente, ospita quasi un centinaio di persone. Il prefetto ha incontrato il primo cittadino, Matteo Ferrari, pochi giorni dopo il colloquio avuto con il sindaco di Flero, Pietro Alberti.
In quella occasione aveva anche visitato il centro di accoglienza allestito poco tempo fa nella periferia del paese, presso un capannone di proprietà dello Stato. L’intento della prefettura è quello di potere intavolare, a breve, un colloquio ed un confronto con i vari enti coinvolti.
Il tavolo si aprirà infatti con tutti i Comuni che hanno un Cas, ossia un centro di accoglienza straordinario, sul proprio territorio. Lo scopo è quello di cercare delle politiche comuni da mettere sul campo in modo concreto e funzionale.
La data dell’incontro potrebbe essere già la settimana prossima. Il sindaco Ferrari, in un commento, ha auspicato che i vari rappresentanti comunali ed il prefetto, possano giungere ad una vera integrazione e non solo ad un accordo su carta.
Di certo, la vicenda degli ultimi mesi ha portato non poco scompiglio. A partire da fine luglio, quando la prefettura, a fronte degli sbarchi sempre più numerosi, aveva proposto come centro profughi d’urgenza, la ex caserma Randaccio.
Doveva servire come appoggio per una ventina di persone e solo per un paio di giorni. In seguito sarebbero dovute essere trasferite. Un posto, chiaramente, da mettere in ordine e rendere abitabile con una ventina di posti letto ed una sala mensa.
Il comune, però, non ha assolutamente gradito la richiesta. Lo stesso sindaco Laura Castelletti si è dichiarata fortemente contraria. La sua motivazione si basava sul fatto che la città ha già delle criticità da affrontare.
Per cui, la questione doveva passare necessariamente alla provincia, perché ogni comune deve avere un ruolo nell’accoglienza. Ecco perché la prefettura aveva poi cercato altrove, prima a Botticino e poi a Flero.
Qui ha trovato un posto da poter sistemare per la prima accoglienza. Un ex capannone posto sotto sequestro, nella zona industriale. La Croce Rossa ha dato la disponibilità per riadattare lo spazio e renderlo fruibile per una ventina di profughi.
Numero che, a detta del sindaco del paese, è già stato superato arrivando ad una trentina di persone. Il malcontento si fa sentire anche nella comunità e, quindi, certo ci sono situazioni da chiarire.