Nel capoluogo lombardo si trova la libreria più antica d’Italia, che è stata aperta nel lontano 1775. Vediamo la sua storia.
Nella Galleria Vittorio Emanuele II a Milano c’è una piccola libreria la cui specialità sono i libri d’arte.
È un tesoro di prime edizioni che hanno segnato la storia culturale italiana e, in alcuni casi, anche quella mondiale.
La Libreria Bocca è la più antica libreria d’Italia, poiché è stata aperta nel 1775. Amata dai turisti e dal mondo dell’arte e della moda, lo spazio di 50 metri quadrati ha scaffali pieni di libri patinati fino al soffitto e sculture, dipinti e mobili creati da artisti contemporanei.
L’attuale proprietario, Giorgio Rodetti, rende omaggio a questo luogo speciale e a coloro che l’hanno fondato, i fratelli Bocca, con il libro “Archivio storico di una famiglia di librai milanesi“, pubblicato per la prima volta il 23 aprile.
Cristina Muccioli, critica d’arte, definisce la Libreria Bocca come “una Wunderkammer accessibile a tutti”.
Da quando nel 1979 è stata trasformata da libreria generica a libreria d’arte, tutti possono sentirsi come Alice nel Paese delle meraviglie.
Si può andare in libreria alla ricerca di un’opera d’arte o di un libro. In ogni caso, a Milano tutti usano questa libreria.
In effetti, in tanti l’hanno visitata, dal fotografo Sandro Miller a Gianni Versace, Federico Zelli, Giuseppe Pontiggia, Giorgio Mondadori, Giovanni Spadolini e Gianfranco Ferrè.
Ricostruita la storia della libreria più antica d’Italia
Lodetti, insieme al padre Giacomo, ha documentato e ricostruito la storia della famiglia di stampatori e librai torinesi, dalle origini di Giuseppe Bocca Senior, nato nel 1789, fino alla fine dell’Ottocento e alla nascita del nipote Giuseppe Bocca Junior, che è l’ultimo che porta l’attività della famiglia, morto nel 1951.
Nel corso di tre secoli la famiglia Bocca ha stampato un gran numero di libri. Lodetti si è concentrato sulle ultime due serie di collane, che rivelano il talento e la lungimiranza della famiglia, sia per l’importanza degli autori che per l’appropriatezza dei titoli e dei contenuti tematici.
Torino, frequentata da filosofi come Friedrich Nietzsche e Arthur Schopenhauer, o da matematici come Giuseppe Peano, era uno dei salotti culturali più famosi d’Europa quando pubblicò i Fondamenti della geometria.
L’archivio è stato poi arricchito anche da piccole collane, come Romanzi Occulti, che contiene la prima edizione italiana di Dracula di Bram Stoker, pubblicata nel 1945.
Nel 1878, ad esempio, furono pubblicati “L’uomo delinquente” di Cesare Lombroso, nel 1899 “I sogni: studi psicologici e clinici di un alienista” di Sante de Sanctis e altri ancora, divenuti classici imprescindibili.
Seguirono “Le mie prigioni” di Silvio Pellico e, nel 1910, “Così parlò Zarathustra”, in un’epoca in cui le letture critiche di Nietzsche erano ancora immature e insicure.
Un catalogo di titoli immenso
Con oltre 36.000 titoli in catalogo, nessuno era in grado di immaginare che una libreria così piccola potesse avere una storia così ampia e profonda.
Giacomo Lodetti descrive tale scoperta in questo modo: “Quando abbiamo rilevato il negozio, la prima cosa che abbiamo scoperto della sua storia è stato un catalogo d’asta di libri del 1930. Abbiamo anche trovato una copia di un testo sulla storia del negozio datato 1885. Abbiamo anche trovato un documento nell’archivio della Camera di Commercio milanese, in cui si evince che Giuseppe Bocca vendette la libreria a Luigi Dumolard nel 1829. Abbiamo anche scoperto che c’erano librerie a Parigi, Roma, Torino e Firenze”.