A Milano è nato Anthem, un maxi centro di ricerca in cui collaborano diversi università ed enti. Andiamo a vedere questo progetto nei dettagli.
Nasce un centro di ricerca innovativo a Milano da 123 milioni di euro per la tecnologia medica avanzata chiamato Anthem.
Il progetto è finanziato attraverso un piano complementare al Pnrr e vede l’Università degli Studi di Milano-Bicocca come capofila.
Tra gli enti che collaborano vi sono il Politecnico di Milano, le università di Bergamo e Catania, oltre a 23 enti pubblici e privati.
200 ricercatori, tra medici, ingegneri e fisici, lavoreranno insieme, con ulteriori 80 tecnologi e ricercatori, insieme a 65 dottori di ricerca.
I 28 progetti si concentreranno su quattro linee di ricerca e si svilupperanno nell’arco di quattro anni.
L’ateneo bergamasco guiderà il primo ramo, collaborando con le Università Bicocca, Messina e Campania, oltre a tre aziende sanitarie, l’Istituto di ricerca Mario Negri, Diapath e Ferb Onlus, per concentrarsi sull’analisi diagnostica e terapeutica.
L’implementazione dell’intelligenza artificiale sarà un aspetto chiave, ma il rapporto medico-paziente rimarrà fondamentale, secondo Fabio Previdi dell’Università di Bergamo.
Verrà sviluppato un pancreas digitale, un dispositivo portatile e completamente automatico particolarmente utile per il diabete giovanile, insieme alla capacità di monitoraggio remoto.
Il team costruirà una macchina per la microtomografia a raggi X, precedentemente utilizzata per testate di motori e macchine da caffè, ma ora utilizzata in istologia.
Milano-Bicocca, in collaborazione con le università di Bergamo e della Calabria, guida la seconda linea di ricerca.
Questa iniziativa coinvolge quattro aziende sanitarie, Ferb onlus, e la società Artemide. L’attenzione si concentra sullo sviluppo di sensori innovativi e ambienti intelligenti che facilitano la medicina di prossimità.
Uno dei progetti è quello di creare lampade che igienizzino gli ambienti senza prodotti chimici, eliminando fisicamente gli agenti nocivi.
Il Politecnico, in collaborazione con Humanitas University, Università del Salento, Ab Medica e Chiesi Farmaceutici, guida l’altra linea di ricerca.
Mireranno a identificare i fattori di rischio e produrre strumenti per il monitoraggio dei pazienti cronici.
Ad esempio, hanno iniziato a sviluppare un sistema portatile di monitoraggio della qualità dell’aria che segue il paziente sia all’interno che all’esterno.
Il team sta anche lavorando su micro-tac, nuovi sistemi di ventilazione meccanica per adulti e neonati, e organi “in chip” per valutare gli impatti di farmaci e sostanze inquinanti.
L’Università di Catania guiderà un consorzio di ricerca composto da prestigiose istituzioni come il Politecnico, l’Istituto Oncologico Mediterraneo, l’Università Humanitas e altri, per sviluppare terapie innovative per le “patologie orfane”.
Il progetto, denominato Anthem, si concentrerà sulla medicina personalizzata e impiegherà soluzioni tecnologiche avanzate per colmare il divario nell’assistenza sanitaria per determinate patologie.
Il gruppo studierà la “terapia flash” per minimizzare la tossicità dei trattamenti radioterapici e studierà gli effetti metabolici.
Secondo Giovanni Li Volti dell’Università di Catania, il progetto è un’ambiziosa iniziativa nazionale che utilizzerà un approccio multidisciplinare.
Il rettore di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, sottolinea l’importanza di Anthem nel rivoluzionare il campo della medicina.