Dal 24 luglio chi non risiede in Lombardia ed ha bisogno di una guradia medica, dovrà pagare di tasca sua il consulto.
E’ entrata in vigore ancora il 24 luglio di quest’anno la nuova norma che prevede il pagamento della prestazione di una guardia medica da parte di chi non risiede in Lombardia. La tariffa a carico dello studente malato, del lavoratore non residenti in Lombardia sarà di 20 euro se la visita verrà eseguita in studio.
Per una visita a domicilio, il prezzo sale a 35 euro. La stessa cosa vale, ovviamnte, per chi si trova in una qualche città lombarda per motivi di svago. Quindi, la sanità, un poco alla volta, sta diventando sempre meno pubblica e sempre più a pagamento.
Per il sindacato dei medici si tratta di una vittoria ad un accordo siglato ancora nel 2005. Per Giovanni Campolongo, esponente di Snami, Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani, questo è un fatto che permette la continuità assistenziale a titolo gratuito per i residenti.
Guardia medica a pagamento per i non residenti in Lombardia
La questione tra sindacati, regione e Ats, quindi, si è conclusa con questa decisione. Regione Lombardia aveva proposto l’aumento della tariffa oraria per i medici. Questo proprio per non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini italiani iscritti al sistema sanitario di un’altra regione.
Fatto è che qualcosa non ha funzionato e chi avrà bisogno di un medico, ma non è lombardo, dovrà pagare. Ats Milano ha dato, però, un suggerimento ai non residenti lombardi bisognosi di un medico. Possono richiedere l’iscrizione temporanea gratuita al servizio regionale lombardo scegliendo un medico di base.
Nella speranza di trovarne uno libero, questo sembra l’unico modo per ricevere una cura in modo gratuito. Se, però, non si vuole fare tutta questa trafila, è possibile chiedere il rimborso della prestazione medica alla regione in cui si risiede.
Uno dei problemi che potrebbero sorgere, in seguito a tale decisione, è il relativo affollamento dei pronto soccorso, con il conseguente allungamento del periodo di attesa. Una situazione che potrebbe diventare insostenibile, visti i fatti di cronaca di questi ultimi periodi.
Regione Lombardia sta alvorando per stendere il servizio di pronto soccorso virtuale. Un consulto medico via cellulare per i casi meno gravi. Per il momento tale servizio è attivo solo a Milano, ma potrebbe essere esteso a tutta la regione.
Decisione a svantaggio, soprattutto, degli studenti fuori sede
In consiglio regionale non tutti, però, sono d’accordo con questa decisione. Le persone che, più, saranno svantaggiate saranno soprattutto gli studenti fuori sede. Secondo il consigliere del centro sinistra, Luca Paladini, questa novità è una vergogna.
L’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, ha commentato la notizia dicendo che tale decisione va al di là delle competenze di Regione Lombardia. Si tratta di un accordo raggiunto tra i sindacati e le relative categorie professionali, di conseguenza non rimane altro da fare se non adeguarsi.