È morto il Maresciallo Giuseppe Nicastro, che in passato è stato uomo di fiducia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Nell’anno 1985 ci fu una nevicata significativa che la gente chiamò “la nevicata del secolo”. In quel periodo Giuseppe Nicastro camminava dalla sua abitazione di Pieve Emanuele fino a via Moscova 19, che per lui era come una seconda casa: la caserma.
Questa storia è circolata per molti anni nelle sale di Moscova e fornisce informazioni su chi fosse Giuseppe Nicastro come persona.
Ricopriva la carica di Maresciallo Maggiore dei Carabinieri ed è deceduto mercoledì mattina all’età di 86 anni dopo un malore.
Giuseppe Nicastro, uomo di fiducia di Dalla Chiesa
Originario della Sicilia, emigrò a Milano nel 1960 dopo una parentesi a Foggia. Al suo arrivo si guadagnò rapidamente la fiducia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, allora responsabile del nucleo operativo, oggi nucleo investigativo, sotto la Madonnina.
Gli anni che seguirono furono segnati dai rapimenti, dall’ascesa delle Brigate Rosse e dalla lotta contro le prime mafie del Nord.
Nel corso della sua carriera, Nicastro è sempre stato in prima linea nelle indagini, spesso accompagnato dalla sua fidata bicicletta.
Era un personaggio noto a Milano, conosceva colleghi, informatori e molti altri. Nicastro percorreva le strade della città con occhio attento alla ricerca di qualsiasi informazione che potesse essere utile per risolvere il suo caso attuale.
Investigatore dalla grande reputazione
La sua reputazione di investigatore era tale che quando metteva gli occhi su un bersaglio, era come se fosse già stato arrestato.
Uno dei tanti bei ricordi di Nicastro arriva da Moscova, dove era conosciuto come un carabiniere all’antica, che conduceva indagini in un modo che ricordava i tempi passati. Le sue scarpe erano consumate dalle innumerevoli ore trascorse pedinando e sorvegliando.
Negli ultimi anni, nonostante fosse già in pensione, era comune vederlo in caserma. Aveva una parola gentile per i suoi colleghi più giovani e un racconto interessante per tutti i giornalisti.
Ogni volta che visitava Moscova, era una festa per tutti, sia per i militari più anziani che hanno avuto il privilegio di lavorare con lui e sia per i colleghi più giovani che si sono ispirati ai suoi racconti di avventura.
È interessante notare che tutte le sue avventure sono iniziate e finite nello stesso posto: la sua casa in caserma.