Addio Reddito di cittadinanza: nel milanese in 3mila senza il sussidio

Addio Reddito di cittadinanza: stop al sussidio nel Milanese. Saranno in 3mila senza questo prezioso supporto.

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L’avviso in questione è giunto agli interessati mediante l’arrivo di un messaggio in formato sms. Ma su questi 3mila cittadini che l’hanno ricevuto, soltanto 680 risultano occupabili. Nel capoluogo lombardo, dunque, ci sono circa 3mila percettori di questo sussidio che rischiano di perderlo completamente.

Addio Reddito di cittadinanza: la situazione dei percettori nel Milanese

L’INPS nei giorni scorsi ha informato queste persone della sospensione, che si verificherà a partire dal mese di agosto.

In città sono presenti approssimativamente 20mila cittadini che ricevono il sussidio del Rdc, tra questi solo un numero corrispondente a 680 equivalgono a quelli che rientrano tra gli occupabili.

Le persone che non fanno parte della categoria degli occupabili sono quelle che vivono in uno stato di estrema fragilità. Questo è ciò che ha voluto spiegare Lamberto Bertolè, ovvero l’assessore al welfare del Comune milanese.

Questi cittadini hanno quindi necessità di accompagnamento e di un notevole sostegno.

Si tratta di condizioni decisamente rilevanti, in quanto si basano su una pesante povertà che è andata man mano ad aggravarsi soprattutto in questi ultimi tempi.

Uno stato di considerevoli problematiche economiche che ha colpito gran parte della cittadinanza milanese, ma anche tanti altri cittadini che vivono in altre zone del territorio italiano.

Addio Reddito di cittadinanza: l’aiuto ottenuto dai cittadini in difficoltà

La misura correlata al reddito di cittadinanza, malgrado la presenza di determinati limiti, ha in ogni caso contribuito tanto a diminuire l’incremento della povertà totale di tante persone.

Reddito di cittadinanza
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Queste ultime sono cittadini fragili che non hanno alcuna possibilità a poter rientrare nel settore del lavoro.

Individui che dunque hanno necessità di un sostegno, per poter così affrontare con serenità le spese quotidiane.

Questo è ciò che ha voluto sottolineare Bertolè, aggiungendo che Palazzo Marino ha lavorato per settimane intere, così da fare in tempo a convocare i 3mila nuclei che hanno ricevuto questo sms. Tutto questo organizzandosi in modo tale da poter effettuare 163 incontri ogni giorno.

Addio Reddito di Cittadinanza: una grande mole di lavoro svolta dall’amministrazione

Durante lo scorso mese di maggio l’amministrazione ha fatto una particolare scoperta, ossia quella di poter disporre di un quantitativo di giorni assai limitato, costituito da poche settimane. In questo lasso di tempo doveva provvedere con la valutazione di tutti i convocati, dando poi una risposta inerente appunto l’assegno in questione.

Su 3mila convocati se ne sono presentati 2mila e, di questi ultimi, soltanto 680 persone sono rientrate tra quelle occupabili.

L’assessore ha dichiarato che nell’arco di 19 giorni, hanno fatto mettere in contatto i servizi sociali con le 3mila persone incontrate poi tutte.

Lamberto Bertolè
Lamberto Bertolè-Imilanesi.it

Dunque il passo successivo è stato quello di svolgere un’apposita valutazione, che ha permesso a quei convocati ritenuti fragili dai loro servizi, di continuare a mantenere il reddito.

Indubbiamente si è trattato di un carico lavorativo molto gravoso, che si è attuato così da evitare che tali cittadini perdessero il sussidio.

Ma si è provveduto a eseguirlo pure per evitare che gli assistenti sociali venissero esposti a una condizione rischiosa.

Ciò in quanto il Governo in qualche modo e tramite queste tempistiche così brevi, ha pensato bene di scaricare questo compito enorme sui Comuni.

Un lavoro esorbitante da svolgere in pochissime settimane.

Le conseguenze nella città di Milano, per chi non avrà più il sussidio

Il reddito di cittadinanza necessitava di una modifica per correggere i suoi limiti, ma senza cambiarlo totalmente e senza toglierlo. Questo in quanto ha avuto una funzione essenziale per tante famiglie bisognose, soprattutto in una fase difficile come quella che si è susseguita al duro periodo della pandemia.

Inoltre è importante tener presente che con la presenza di quest’assegno, i poveri assoluti sono passati da 4 a 5 milioni in Italia. Conseguentemente senza la possibilità di ricevere ancora il reddito, l’incremento di questi poveri risulterà ancora più notevole.

In pratica avremo molti più cittadini poveri e di conseguenza tante più persone in serie difficoltà economiche. Cittadini che comunque sono fragili e che necessitano di essere reinseriti.

Il reddito non corrispondeva a un modo per starsene tranquillamente sul divano, ma era di grande utilità per svolgere un’integrazione del reddito dei lavoratori più bisognosi. Come pure coloro che non erano occupabili. Quindi adesso nel comune milanese si dovrà pensare ad attivarsi in maniera tale, da cercare delle soluzioni alternative adeguate.

Tra i progetti che si stanno pensando in questo senso, c’è quello basato su ben 400 associazioni da porre sul territorio. Per condividere così delle risorse utili per combattere ad esempio la povertà minorile.

Un aspetto molto importante, se si pensa che attualmente la percentuale di poveri di tipo assoluto riguarda nuclei familiari con minori.

Minori
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La misura della carta di sostegno per quanto concerne l’acquisto di alimenti, corrisponde a una cifra di 380 euro annuali. Da questo si capisce benissimo che si tratta di una soluzione che non porterà alcun aiuto alla popolazione maggiormente in difficoltà.

A Milano coinvolgerà 15mila beneficiari, che certamente non risolveranno i loro problemi economici attraverso questo supporto così minimo.

A questo punto se anziché disperdere tali risorse, quei 6milioni fossero stati indirizzati ai servizi sociali comunali, avrebbero potuto effettuare un potenziamento delle reti territoriali. Così da riuscire a contrastare efficacemente la povertà presente sul territorio milanese.

In questo modo tali risorse avrebbero potuto avere un’efficienza maggiore, anche per quanto concerne l’attivazione di percorsi di inclusione e di riscatto dal punto di vista sociale.

Una situazione drammatica: le parole dell’assessore

Detto ciò, a partire dal mese di agosto anche tanti cittadini della città milanese che ricevevano il sussidio del reddito, non ne avranno più diritto.

Una condizione che si prospetta sicuramente grave, per tante famiglie che non sapranno più come fare per poter andare avanti. In una vita che ultimamente è diventata sempre più cara, per via dell’inflazione e dei prezzi che hanno raggiunto in tutti i settori dei livelli spropositati.

A questo punto i milanesi che rientrano in questa categoria, sperano in rimedi alternativi validi proposti dal Comune della città. Così da riuscire a sopperire alla mancanza del reddito di cittadinanza.

Ecco cosa ha detto l’assessore:

“La misura del reddito di cittadinanza con tutti i limiti ha comunque ridotto l’aumento della povertà assoluta, perché parliamo di persone fragili senza possibilità di rientrare nel mondo del lavoro e che hanno bisogno di sostegno.

“In 19 giorni abbiamo fatto contattare dai servizi sociali 3mila persone che sono state tutte incontrate. Abbiamo fatto una valutazione che ha consentito ai milanesi che, non avendo carichi di cura ma erano considerate fragili dai nostri servizi, di mantenere il reddito. Ma questo è stato un lavoro pazzesco che abbiamo fatto per evitare che queste persone perdessero l’assegno e anche per evitare che gli assistenti sociali venissero esposti a una situazione di rischio, perché in qualche modo il governo con questo poco tempo messo a disposizione ha scaricato di fatto sui Comuni questo compito, da assolvere in pochissime settimane. C’è stato un modo un po’ propagandistico di tagliare le risorse e di scaricare la responsabilità di questo taglio ai comuni”.

 

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