Con l’anno nuovo arrivano novità sulla questione affitti brevi con l’obiettivo di regolamentare il settore, e non mancheranno i controlli.
Quello della regolamentazione del settore degli affitti brevi è un tema che imperversa ormai da qualche mese. Per intenderci, parliamo del mondo di piattaforme come Airbnb, Booking e così via. Con il nuovo anno, a quanto pare, dovrebbero entrare in vigore le novità precedentemente annunciate nella manovra, più qualche aggiunta, tra Cin, controlli e cedolare secca. Scopriamone di più.
Il Governo Meloni si muove spedito con l’obiettivo di regolamentare il comparto degli affitti brevi, che coinvolge non solo le grandi realtà delle principali piattaforme di booking, ma anche i sempre più numerosi privati. Il fine ultimo, com’è deducibile, è rendere più trasparente un mercato finora trascurato dalle normative, così come tutelare la concorrenza. In più, anche se il regolamento non lo indica esplicitamente, la ragione di fondo dietro queste misure sta nel tentativo di contrastare sia l’evasione fiscale che le forme di ospitalità irregolare.
Prima di esaminare le novità previste dalla manovra, è importante ricordare che al momento sono le Regioni ad occuparsi della normativa per quanto riguarda il turismo, motivo per cui per avviare un’attività finalizzata alla locazione breve bisogna rivolgersi al proprio ente regionale di riferimento. Questo meccanismo rimarrà invariato anche con le nuove regole, almeno fino a che la banca dati nazionale non sarà entrata in funzione a pieno regime. Fino ad allora, in quasi tutte le regioni, tranne province autonome e Molise, si può fare riferimento al regolamento del comparto introdotto dopo l’attuazione della Legge 50/2017.
Salvo qualche eccezione, i suddetti regolamenti prevedono dei punti in comune, ad esempio la possibilità di avviare un’attività di affitto breve solo in immobili che siano in regola dal punto di vista catastale e urbanistico. Inoltre, è obbligatorio comunicare l’inizio dell’attività al Comune, il quale assegnerà il Cir, Codice identificativo regionale, laddove previsto. Quasi tutti i regolamenti, poi, prevedono l’obbligo di esposizione del bollino all’interno degli annunci, così come l’applicazione della tassa di soggiorno comunale e la comunicazione alla Regione dei dati dei turisti.
In questo quadro, una delle nuove regole per gli affitti brevi 2024 riguarda il Cin, sigla che sta per “Codice identificativo nazionale per gli affitti brevi”. Questa nuova misura è stata ufficialmente introdotta per decreto, all’interno della manovra per il nuovo anno. Gli affittuari dovranno inserire obbligatoriamente il Codice anche all’interno degli annunci presenti sulle piattaforme, pena dure sanzioni. In più, sarà obbligatorio comunicare i dati relativi agli host all’Agenzia delle entrate, la quale effettuerà dei controlli diretti per verificare che tutto sia in regola. Rispetto alle normative regionali attualmente vigenti, inoltre, la nuova regolamentazione nazionale impone l’obbligo di comunicazione dei dati dei turisti alla Questura.
Altra novità riguarda poi la cedolare secca, che già a partire da questo mese i portali inizieranno ad applicare in una percentuale dal 21 al 26% per coloro che adibiscono più di un immobile alla locazione breve. Infine, la nuova normativa irrigidisce la questione dei controlli. L’affitto breve, infatti, è possibile solo all’interno di immobili che siano accatastati per uso abitativo e che risultino in regola per quanto riguarda eventuali interventi di modifica delle caratteristiche dell’immobile. In poche parole, la composizione reale dell’immobile deve rispecchiare quella catastale. La nuova normativa, quindi, prevede controlli diretti della Polizia locale, mirati proprio a verificare questo.
Nel frattempo, le associazioni di categoria si dicono favorevoli all’introduzione del Cin, ma esprimono la loro apprensione per le altre misure, le quali – dicono- potrebbero disincentivare un settore che negli ultimi anni ha reso estremamente dinamico il mercato immobiliare italiano.