Minorenni di una baby gang sono stati fermati davanti una scuola a Gallarate e poi trasferiti in alcuni centri del bresciano e del milanese, a seguito di un’aggressione nei confronti di altri ragazzi della stessa età.
Si tratta di due minorenni che insieme ad altri quattro giovani, il 28 aprile hanno ricevuto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, essendo responsabili di rapina aggravata e di lesioni in particolare nei confronti di un diciassettenne.
Il giovane era stato aggredito, senza motivo, davanti la scuola all’uscita. I fatti sono avvenuti in un istituto superiore di Gallarate, che il giovane ragazzo aggredito frequenta tutt’ora.
I due indagati fanno parte di una baby gang e sono particolarmente attivi al suo interno
La sezione investigativa del luogo, ha permesso di constatare che i due indagati, partecipavano attivamente ai reati di una baby gang, la denuncia per violenza nei confronti di un minorenne non è la prima. Uno dei due minorenni aggrediti, è stato dimesso con prognosi di 1′ giorni per fratture e per trauma facciale evidente.
Subito dopo l’aggressione davanti la scuola la madre dello studente ha subito danni fisici, e non solo, ha esposto denuncia nei confronti degli aggressori. Grazie ad alcune informazioni in particolare le forze dell’ordine sono riuscite ad individuare i componenti della baby gang e a trarne in arresto due.
I giovani sono stati denunciati e adesso si trovano in comunità. Lì avranno modo di seguire percorsi rieducativi
I due giovani denunciati, adesso sotto accusa e in attesa di ulteriori disposizioni si trovano in alcune comunità di Vimodrone e di Milano. Su di loro pendono diverse accuse di violenza, con aggravanti varie. Per esempio inclinazione a delinquere. Infatti più volte hanno partecipato ad aggressioni simili e hanno commesso altri reati del genere.
Nei loro confronti è stata emessa la Daspo. Il provvedimento non permetterà ai due di partecipare a manifestazioni sportive in Italia, per evitare la reiterazione delle stesse condotte in altri ambiti. Adesso nelle comunità in cui due giovani sono stati collocati saranno seguiti da professionisti. In particolare seguiranno con loro dei percorsi finalizzati a favorire l’educazione e il reinserimento nella società, per evitare che possano commettere gli stessi errori in futuro una volta tornati alla libertà.