Al via il processo ad Alessia Pifferi, la madre della piccola Diana

Si dà il via al processo ad Alessia Pifferi, la mamma della piccola Diana, lasciata morire a 18 mesi nella casa di Milano di via Parea.

Alessia Pifferi
Alessia Pifferi-ilmilanese.nanopress.it

Presente in udienza la sorella di Alessia che per l’occasione ha scelto di indossare una maglia con la foto della piccola per ricordarla.

Così si è aperto il processo straziante, in Corte d’Assise per la donna di 37 anni sulla quale pende l’accusa di omicidio pluriaggravato.

Il dibattito è stato rinviato all’8 maggio per complessità degli elementi difensivi

Il dibattimento è stato rinviato all’8 Maggio per richiesta dell’avvocato difensore Alessia Montanari. Il giudice ha accettato il rinvio soltanto prendendo in considerazione la complessità degli elementi difensivi. L’accusa nei confronti della donna è di omicidio e premeditazione.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna avrebbe ucciso la figlia per motivi futili, semplicemente perché voleva godersi la sua libertà.

Il risultato dell’esame tossicologico, cosa è stato scoperto

La sorella di Alessia ha ricordato la bambina e poi ha dichiarato alle telecamere di avere intenzione di lottare fino alla fine perché Diana abbia la giustizia che merita. Oggi afferma che è giusto che la sorella paghi per ciò che ha fatto, perché se la piccola è morta, è soltanto per colpa della madre, che essendo la responsabile deve pagare.

L’esame tossicologico condotto sul biberon della bimba, trovato proprio di fianco al suo corpo, ha escluso tracce di benzodiazepine ovvero di calmanti, sia nell’acqua che nel latte. Inizialmente si pensava che la bambina fosse stata drogata e addormentata. Le ipotesi alla fine erano prive di fondamento. La donna di 37 anni che si trova in carcere da luglio, ha sempre detto la verità.

La piccola Diana
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Ha fatto sapere infatti, tramite gli avvocati, di non aver fatto ingerire sostanze di alcun tipo alla figlia. Né calmanti né altro. Soltanto del paracetamolo che in effetti è stato ritrovato nel suo corpo mediante gli esami eseguiti dagli esperti.

Cosa è venuto fuori dalle ultime intercettazioni telefoniche di Alessia Pifferi

A dicembre a seguito di alcune intercettazioni telefoniche, messaggi, chiamate ecc, l’imputata è stata dichiarata lucida nei comportamenti precedenti e in quelli successivi alla morte della piccola. Alessia sceglie chi frequentare, cosa fare e cosa non fare. In seguito sceglie anche di lasciare da sola Diana per il suo futuro e rischiare perché secondo quanto lei stessa ha affermato il suo futuro e la sua vita venivano prima di tutto e di tutti.

Ecco come sarebbe deceduta la piccola Diana, le ipotesi diventano realtà: una realtà crudele agli occhi di tutti

Non essendo stata trovata traccia di alcun medicinale nel sangue della piccola, i medici legali dichiarano che Diana è morta di sete. sarebbe deceduta per una disidratazione gravissima, prolungata nel tempo e aggravata dalle temperature alte di luglio. In queste condizioni ha dovuto vivere per giorni.

Secondo la ricostruzione, la bambina non si sarebbe mai alzata dal letto perché è stata ritrovata nella stessa posizione in cui la mamma l’aveva lasciata. Avrebbe cercato di sfamarsi mangiando il pannolino. Poi avrebbe provato a bere senza riuscirci perché nella bottiglia di plastica c’era ancora dell’acqua, mentre nel biberon c’era il latte.

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