Una nuova cura dallo Ieo di Milano aiuterà le donne con un tumore al seno avanzato, meno tossica ed invasiva.
C’è una nuova cura che aiuterà le donne con il tumore al seno in stato piuttosto avanzato. Secondo gli ultimi studi sarà anche meno invasiva, meno tossica e più efficace. A conferma di questo ci sono i risultati dello studio accademico Meteora II.
Uno studio effettuato sotto il coordinamento dell’istituto europeo di oncologia, lo Ieo di Milano e dell’Ibcsg, international breast cancer study group, i cui risultati sono stati pubblicati su Jama Oncology, una rivista scientifica.
I ricercatori di Ieo spiegano che la terapia metronomica è meno invasiva perché somministrata a piccole dosi. Si tratta, infatti, di pillole che si possono assumere anche a casa, senza il bisogno di recarsi in ospedale e sottoporsi a lunghe sedute di chemioterapia somministrata per via endovena.
Lo studio ha avuto inizio nel 2017 ed è terminato nel 2021. Centoquaranta sono state le pazienti coinvolte nella sperimentazione. Le donne soffrivano di un tumore in stato avanzato di tipo Er+/Erb2 e provenivano da 15 centri oncologici italiani.
Le pazienti avevano già seguito un ciclo di chemioterapia o due di terapia endocrina. I ricercatori le hanno divise in due gruppi, uno “ha seguito lo schema metronomico Vex – Vinorelbina, Ciclofosfamide e Capecitabina – e l’altro ha assunto la chemioterapia tradizionale con Paclitaxel per via endovenosa”.
Meno effetti collaterali con il nuovo farmaco
Il primo gruppo di donne ha dimostrato che il nuovo farmaco, non solo è più efficace, ma ha anche meno effetti collaterali. Per esempio, le pazienti non hanno perso i capelli. Questo quanto ha dichiarato la dottoressa Elisabetta Munzone, oncologa della divisione di senologia medica Ieo.
Oltre che oncologa è stata anche una delle responsabili dello studio ed ha anche affermato che l’intervallo tra l’inizio della cura e la fine della stessa è “stato più lungo con Vex che con Paclitaxel, rispettivamente 8.3 mesi contro i 5.7 mesi”.
Ed anche la sopravvivenza senza il peggioramento della malattia è stata più lunga con Vex piuttosto che con Paclitaxel. La sperimentazione ha dato, quindi, dei risultati soddisfacienti, in quanto “offre un controllo migliore della malattia”.
La dottoressa continua dicendo che:
“Il beneficio è però soprattutto per la qualità di vita della donna: le pazienti non solo non perdono i capelli, ma non sono costrette a recarsi una volta al mese in ospedale per ricevere un’alta dose farmaci, concentrata nel solo tempo dell’infusione, che purtroppo può causare effetti avversi importanti”.
Anche con questa nuova cura ci sono degli effetti collaterali. Uno di questi è dato dalla tossicità ematologica. In questo caso, però, la cura può essere personalizzata. Il medico adatterà tempi e i modi della cura in base alle caratteristiche personali di ogni donna.
Le cure, in questo caso, dovranno essere svolte in centri appositi che siano “orientati alla medicina di precisione”. Marco Colleoni, direttore della divisione di senologia medica e co presidente del comitato scientifico del gruppo studio sul cancro, ha sottolineato il fatto che lo studio, in realtà, ha avuto inizio 25 anni fa.
Tempi e modi di somministrazione personalizzati
Il punto di partenza, infatti, è stato proprio constatare che i tempi e i modi di somministrazione dei famaci erano molto importanti quando si utilizzavano dei chemioterapici. Il termine stesso del farmaco, metronomo, è un termine musicale che indica la misurazione del tempo.
Le pazienti dovranno assumere il farmaco in modo continuativo nel tempo e con un basso dosaggio. I risultati di questa nuova cura, presentati in anteprima al congresso ESMO di Parigi hanno confermato l’efficacia del tipo di somministrazione del farmaco metronomico rispetto a quella tradizionale.
Si tratta, questa, di un’altra opzione terapeutica a quella che si è utilizzata fino adesso. La paziente potrà curarsi a casa senza doversi recare in ospedale una volta alla settimana evitando anche alcuni degli effetti collaterali della tradizionale chemioterapia.