Alberto Genovese durante l’ultimo incontro con i pm ha dichiarato: “Arrestandomi mi avete salvato dalla droga”. Ricordiamo che l’imprenditore digitale è stato arrestato lo scorso anno e condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per violenze sessuali nei confronti di minorenni, spaccio e uso di sostanze stupefacenti.
Nelle ultime settimane sono comparse delle altre accuse nell’ambito di un filone di indagine nuovo, della Procura di Milano.
Ai pm ha raccontato di essere precipitato in un vortice autodistruttivo. Più volte secondo quanto da lui dichiarato, ha provato a tirarsene fuori, senza riuscirci.
Il fondatore di start up durante l’interrogatorio ha raccontato ai pm che la droga lo ha completamente allontanato dal lavoro così come dalle persone, compresa la sua famiglia. Sempre a causa della droga ha commesso diversi errori e oggi a distanza di tempo è in grado di affermare che l’arresto e l’allontanamento dalle sostanze stupefacenti gli hanno salvato la vita.
Il giovane ha poi confessato di avere violentato delle altre ragazze durante i festini, sempre facendo uso prima di sostanze stupefacenti e poi di alcol. Ha spiegato che in quelle condizioni, essendo completamente dipendente dalla droga, pensava realmente che le ragazzine fossero consenzienti. In realtà l’ex imprenditore ha messo in atto dei veri e propri di stupri, senza rendersi conto di quanto stesse avvenendo.
L’interrogatorio è durato diverse ore, a seguito della chiusura del secondo filone di indagine è stato accusato di detenzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di due giovani ragazze abusate dopo essere state stordite dalla droga, quindi in condizioni di totale incoscienza. Genovese secondo i pm ha agito insieme al braccio destro Daniele Leali. Con lui ha cercato di condizionare la testimonianza di alcune vittime in particolare di una.
Per quanto riguarda l’accusa di detenzione di immagini pedopornografiche, questa arriva dopo il ritrovamento di filmati e foto di minori in atteggiamenti sessuali, completamente nudi, sul suo pc che è stato ritrovato in casa. Adesso si attende una decisione sull’istanza di difesa per l’affidamento terapeutico del giovane ad una clinica dove potrà disintossicarsi.
Per adesso il tribunale di sorveglianza ha stabilito che Genovese dovrà rimanere in carcere almeno fino alla fine del mese di ottobre, poi sarà eseguita una valutazione psichiatrica e sarà presa una decisione definitiva su quello che sarà del suo futuro.