Partirà il 27 marzo il processo per valutare la posizione di Alessia Pifferi, la donna che è accusata di aver lasciato morire sua figlia di stenti.
La 37enne rischia l’ergastolo se verrà confermata l’accusa di omicidio. La premeditazione è contestata.
Abbiamo la data del processo per Alessia Pifferi, la donna che è accusata di aver lasciato morire la figlia Diana, di un anno e mezzo, abbandonandola da sola in casa per quasi una settimana.
Il 27 marzo è stato fissato il processo davanti alla Corte D’Assise di Milano, su decisione del gip di Milano Fabrizio Filice, dopo la richiesta di processo immediato formulata dai pm nei giorni scorsi.
La Procura ha contestato la premeditazione, che era stata esclusa dalla misura cautelare. Qualora fosse condannata di omicidio, Alessia dovrà rispondere anche dell’aggravante dei futili motivi e per tutto ciò rischia l’ergastolo.
Nell’imputazione si legge come Diana venne abbandonata senza assistenza e incapace di badare a sé stessa, inoltre senza generi alimentari sufficienti e in condizioni di pericolo legate anche alla temperatura altissima all’interno della casa in quel periodo di luglio.
Il periodo prolungato di abbandono in tali condizioni provocò nella bambina una forte disidratazione che ha poi portato alla compromissione delle funzioni del sistema nervoso centrale, fino al decesso vero e proprio.
Il piano del legale difensore della 37enne sembra puntare su una perizia psichiatrica per valutare un eventuale vizio di mente al momento dei fatti. Per l’accusa invece il decesso è stato una conseguenza della condotta della donna, che più volte ha riferito di aver temuto in quei giorni che Diana fosse morta ma “sperava non fosse così”.
La bambina è morta di stenti, tanto che nel suo stomaco sono stati rinvenuti frammenti di pannolino, come ultimo gesto per la sopravvivenza.
Alessia Pifferi si era allontanata dall’abitazione in via Carlo Parea per trascorrere un paio di giorni dal fidanzato a Bergamo, con il quale stava cercando di recuperare i rapporti difficili. Visto l’andamento positivo della cosa, ha deciso di rimanere ancora di più senza preoccuparsi della figlia da sola in casa con solo un biberon di latte e null’altro.
Nemmeno durante la breve visita a Milano di quei giorni si è fermata a casa a vedere in che condizioni fosse e in tutto ciò i familiari e nemmeno lo stesso uomo della Pifferi, sapevano nulla poiché lei avrebbe raccontato molte bugie.
Il 14 luglio del 2022 Alessia preparò i bagagli per andare dal compagno a Bergamo e lasciando la piccola, nata il 29 gennaio del 2021 proprio nel bagno della casa di quest’ultimo, in un lettino da campeggio con un biberon di latte. Inizialmente si pensava che contenesse tranquillanti poiché dagli esami autoptici sul corpo di Diana erano state trovate benzodiazepine, invece dalle analisi non sono emerse sostanze simili quindi la contaminazione deve essere avvenuta in altro modo.
Chiusa a temperature altissime e senza nulla da mangiare né acqua da bere, Diana è andata incontro a fortissime sofferenze fin quando il 20 luglio è morta di stenti e nonostante sia forte il dolore della madre, questa non ha avuto un pensiero per lei nemmeno nel breve passaggio a Milano per accompagnare il fidanzato a un appuntamento, lasso di tempo in cui secondo gli inquirenti, Diana era già in condizioni critiche ma poteva essere salvata.
D’altronde però, sembra che Alessia non avesse mai voluto quella bambina, addirittura ha riferito di non sapere all’epoca di essere incinta. Ora dal carcere dove è rinchiusa la piange e tutti i suoi familiari e amici l’hanno allontanata.