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Cronaca

Alfredo Cospito trasferito nel carcere di Sassari

Alfredo Cospito, l’anarchico portato al Penitenziario di Opera per problemi di salute, è stato trasferito al carcere di Sassari perché le sue condizioni di salute sembrano essere migliorate abbastanza da poter tornare in cella.

Ambulanza – imilanesi.nanopress.it

Ricordiamo che Cospito era stato trasferito ad Opera, dopo lo sciopero della fame iniziato giorno 20 ottobre, contro il regime bis, poi interrotto il 19 aprile.

Adesso si trova nuovamente al Penitenziario di Bancali a Sassari, dove aveva iniziato a scontare la sua pena. Lo sciopero della fame è andato avanti per mesi. Cospito inseguiva l’obiettivo di tornare al carcere normale essendo secondo lui il 31 bis un carcere disumano, inadeguato e ingiusto.

Sciopero della fame, quali sono le condizioni di salute del detenuto

A causa dello sciopero della fame, l’uomo aveva accusato dei problemi di salute parecchio importanti. Per questo era stato ricoverato in un reparto per la degenza dei detenuti malati, cosa che manca nel carcere penitenziario di Sassari. L’anarchico dopo l’interruzione dello sciopero della fame, aveva chiesto più volte di essere trasferito nel carcere di Bancali e così è stato dopo diverse settimane.

Per quanto riguarda le sue attuali condizioni di salute, il detenuto sembrerebbe essersi ripreso al 100%. Adesso dal carcere duro continuerà la sua lotta contro il regime 31 bis incoraggiato dai sostenitori che scioperano fuori dal carcere nella speranza di poterlo aiutare ad uscire fuori e ad ottenere al massimo una giusta pena.

Perché Alfredo Cospito si trova in carcere

Si ricorda che Cospito è stato arrestato molti anni fa a causa di un attentato ai Carabinieri, da lui organizzato e messo in opera. L’attentato a cui si fa riferimento avvenne nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006. Tutto avvenne presso la Scuola Allievi Carabinieri di Fossano in provincia di Cuneo. Alfredo Cospito ai tempi aveva fatto detonare dei parchi bomba, per fortuna a basso potenziale, proprio davanti la caserma non causando feriti o grossi danni.

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L’evento è stato classificato dalla Corte d’Assise d’Appello come una strage, un crimine contro l’incolumità pubblica a causa del quale gli è stata data una pena non inferiore a 15 anni. Poi la Corte di Cassazione ha modificato l’accusa, parlando di attentato contro personalità interna dello Stato e lo ha definito un uomo in grado di minare la sicurezza del paese. Per questo lo ha condannato all’ergastolo che non è mai stato accettato dai suoi sostenitori.

Prima di essere trasferito, il detenuto aveva più volte comunicato con i suoi collaboratori fuori dalla struttura di detenzione. Così aveva fornito loro indicazioni per degli attentati da compiere in sua assenza.

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Giusy Pirosa