Alluvione a Niardo. Il nefasto evento è avvenuto nella notte tra il 27 e 28 luglio 2022. Dopo nove mesi alcune famiglie attendono ancora di poter accedere alla propria dimora, tra disagi e speranze
Nella notte tra il 27 e il 28 luglio del 2022 una terribile alluvione ha colpito i comuni di Niardo e Braone. Le copiose piogge hanno fatto straripare l’acqua dei torrenti Cobello e Re. La situazione fu disastrosa. Dopo nove mesi non si è ancora ripristinata la normalità tanto che i sindaci delle due cittadine, Carlo Sacristani e Sergio Mattioli, hanno contattato il ministro per la Protezione Civile, Nello Musumeci, affinché arrivino fondi dopo il nefasto evento.
I comuni di Niaro e Braone lamentano di non avere risorse sufficienti per lasciarsi l’emergenza alle spalle. Inoltre, sarebbero ancora dieci le famiglie residenti che non sono potute rientrare a casa.
Il quotidiano Il Giorno ha intervistato Piera Donina e Francesco Pescarzoli. I due, originari di Niardo, vivevano in via Brendibusio, sul Cobello. Al momento sono arrangiati in un condominio in via Primo Maggio. “Non sappiamo cosa protremo fare. Se potremo ristrutturare oppure no. Non ci sono certezze”, si sono giustamente lamentati.
Il Comune sta provvedendo a pagare l’affitto in loro vece. Tuttavia, se dovesse venire meno lo stato di emergenza le cose potrebbero cambiare. “Non potremmo mai riprendere la nostra casa”, hanno detto. Pur trovandosi attualmente in una situazione gradevole, la coppia è consapevole di non essere nella casa per cui ha faticato e lavorato. Anche l’automobile di famiglia è stata spazzata via e hanno dovuto comprarne una nuova. Le cose, però, stanno prendendo una brutta piega: “Lo Stato ha detto che ci avrebbe aiutato in base allo stato di famiglia. Non abbiamo ancora visto niente”.
Piera Donina e Francesco Pescarzoli resistono soprattutto per i loro due figlioletti, Luca e Matteo di 5 e 1 anno. Il giorno di Pasqua hanno fatto battezzare il più piccolo e hanno fatto consacrare le loro fedi, anche queste ricomprate nuovamente. Quelle originali sono scomparse a causa dell’alluvione. “Ci sono momenti in cui sembra tutto difficile, altri migliori. Il bambino più piccolo ha un anno e non ricorderà nulla. Ma quello di cinque anni dovrà metabolizzare”.