L’autopsia del corpo di giulia e del suo bambino hanno portato a conoscenza di altri fatti agghiaccianti sulle loro morti.
Il caso della morte di Giulia e del suo bambino torna a fare notizia sulle prime pagine dei giornali. I risultati dell’autopsia hanno svelato ciò che molti, probabilmente, già sospettavano.
In casa della coppia, infatti, durante le perquisiazioni svolte, gli agenti della scientifica avavano rinvenuto una scatola di un topicida molto potente, il bromadiolone in uno degli scaffali.
Già dalle indagini svolte sul computer dell’omicida, i tecnici avevano trovato ricerche proprio sull’uso del topicida e sulle indicazioni di come usarlo per avvelenare una persona.
Non solo, sono trovate anche ricerche su come mai , nonostante l’uso prolungato, la persone in questione non fosse ancora morta dopo mesi. Impagnatiello aveva, così, scoperto che somministrandolo nelle bevande calde era meno potente.
Giulia era, comunque, da mesi, che non si sentiva bene. Da alcuni messaggi scambiati con un’amica, affermava di avere spesso forti bruciori di stomaco e di sentirsi come drogata.
Trovate tracce di Bromadiolone
Ed è proprio questo che gli esami autoptici sul corpo di Giulia e del suo bambino hanno svelato. Nel suo sangue e nei capelli del piccolo sono state trovate tracce di Bromadiolone.
Dunque, l’omicida aveva pianificato la morte della fidanzata e del loro piccolo da tempo. Da quanto, però, sarà impossibile stabilirlo. Ma c’è la certezza che lo abbia fatto, probabilmente con l’intento di provocare un aborto.
Dalle analisi sembra che nei due mesi antecedenti all’omicidio, Impagnatiello avesse aumentato la dose del veleno senza, però, riuscire in quello che, probabilmente, era il suo intento, uccidere il piccolo per poi lasciare la compagna.
In quegli ultimi mesi, infatti, il fidanzato aveva già una storia con una ragazza che lavorava nel suo stesso locale e il bambino veniva visto da Impagnatiello come un intralcio a questa sua relazione.
Queste ultime informazioni saranno importanti per rafforzare l’ipotesi di omicidio premeditato. Si continuano a cercare altri elementi, in quanto, al momento, potrebbe essere portata avanti l’ipotesi che l’omicida volesse uccidere “solo il bambino”.
Anche se agli occhi della maggior parte delle persone si tratta, comunque, di un’ipotesi terribile, questo va ad indebolire sia il tentato omicidio che l’aggravante della premeditazione.
Giulia colpita alla schiena
L’autopsia ha inoltre, dimostrato che Giulia è morta in seguito all’ultima delle 37 coltellate ricevute. Sia la giovane donna che il bambino sono morti per dissanguamento. Non solo, ma ha anche confutato una parte della confessione.
Inizialmente Impagnatiello aveva raccontato che Giulia si era tagliata affettando dei pomodori. Solo dopo lui avrebbe preso in mano il coltello pugnalando a morte la compagna e il figlio.
I risultati dell’autopsia racconterebbero un’altra storia. L’omicida ha iniziato a colpire Giulia da dietro, colpendola a tradimento alla schiena. Questo potrebbe essere anche il motivo per il quale il corpo della giovane non presentava alcun tipo di ferite da difesa.