Dopo tanti anni dal giorno dell’operazione Angela Finocchiaro torna ad affrontare l’argomento tumore al Manzoni di Milano
Il 23 maggio al teatro Manzoni di Milano, si è tenuta la 16° edizione di IEO, Istituo Europeod’Oncologia, per tutte le donne, per diffondere la cultura della prevenzione dalle parole di donne conosciute e che hanno vissuto la dolorosa esperienza di un cancro al seno. Tra le voci presenti, una ha spiccato su tutte: quella di Angela Finicchiaro.
L’attrice, sul palco, non nelle vesti di uno dei suoi mille personaggi, ma nelle vesti di se stessa, ha raccontato la sua esperienza. L’anno dell’operazione per il tumore al seno è il 2010. Ricorda la visita di routine qualche giorno prima di Natale, e poi, qualche giorno dopo, la sala operatoria.
Il momento più difficile per Angela è stato il dopo, perchè:
” il tumore colpisce una parte importante, importantissima del nostro corpo. E allora lì diventa più subdolo nell’accettazione di se stessi“.
Affronta il tema che, forse, spaventa di più noi donne: la menomazione. Questa, secondo l’attrice, è più un qualcosa che rimane nella mente piuttosto che reale dal punto di vista fisico. Nel momento in cui si è trovata di fronte alla diagnosi le risuonava una frase detta dall’oncologo Umberto Veronesi, cioè che è più difficle scacciare il tumore dalla mente di una donna piuttosto che dal suo corpo.
Angela Finocchiaro, ripercorrendo la sua storia ricorda a tutte le donne presenti al teatro Manzoni ed anche a quelle che non c’erano, quanto sia importante prevenire. Che sia una mammografia o semplicemente un’ecografia, non importa, la cosa da ricordare sempre è sottoporsi agli esami di routine.
Il tumore trovato all’attrice era molto piccolo e, dopo l’operazione, era necessario capire l’iter migliore da seguire. Al termine dei tanti consulti ha deciso di proseguire con la radioterapia e con i farmaci. Oggi, con i passi da gigante che ha fatto la scienza, forse, le decisioni sarebbero diverse.
Ha, poi, ribadito quanto la vicinanza della sua famiglia sia stata fondamentale per la sua guarigione, i suoi due figli ed il marito Daniele. Dopo l’ospedale è tornata a casa ed hanno festeggiato il Natale come se niente fosse successo. Ha continuato la sua vita come sempre. Il suo lavoro in teatro è stato terapeutico in quel periodo.
La sua mente accoglieva altri pensieri non permettendole di rimanere in modo ossessivo sulla sua malattia e sulla ferita che le aveva provocato. Il suo messaggio più importante è quello di “sfrattare” il tumore dalla mente e dal cuore e di non bloccarsi per la paura. Oggi, per fortuna, è un tumore, nella maggior parte dei casi, operabile e dal quale si può guarire.
Conclude il suo intervento con una domanda che non ha ancora trovato una risposta soddisfacente:
“La cosa che mi incuriosisce è perché. Perché così tante, perché si è abbassata l’età, perché proprio a noi, al seno, perché? Mi piacerebbe tanto saperlo“.