A Orzinuovi, un comune in provincia di Brescia, un 52enne di origini albanesi, è annegato nelle acque del fiume Oglio.
L’incidente è accaduto ieri sulla sponda di Soncino, in provincia di Cremona, in una località, Pedrera, molto vicina al comune bresciano. L’uomo di 52 anni di origini albanesi, si trovava con la famiglia ed alcuni amici sulle rive del fiume per passare una giornata di relax.
Intorno alle ore 15.00 di ieri pomeriggio, domenica 23 luglio, dopo avere pranzato, il 52enne si è tuffato da una roccia nelle acque, forse troppo fredde del fiume. I famigliari e gli amici lo hanno visto tornare a galla annaspando fino a quando le acque lo hanno inghiottito.
Argon Gjyla, un uomo di 52 anni e residente a Comezzano Cizzago, un comune in provincia di Brescia, dove viveva con la famiglia e lavorava in un’impresa di laterizi. Sul posto sono subito arrivati i soccorsi del 118, i vigili del fuoco e l’elisoccorso.
Secondo le testimonianze raccolte subito dopo il fatto, alcuni presenti, dopo averlo visto annegare, lo hanno raggiunto e recuperato. Hanno portato il corpo del 52enne sulla riva ed hanno, subito, cominciato le manovre di primo soccorso per tentare di rianimarlo.
I sanitari, una volta arrivati, lo hanno trasportato, con l’elisoccorso, in codice rosso al pronto soccorso degli Spedali Civili di Brescia. I tentativi di rianimarlo non hanno, però, portato a nulla e nel tardo pomeriggio i medici non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso.
La dinamica dell’incidente è al vaglio degli agenti delle forze dell’ordine intervenuti sul posto. Intanto la tragedia si è consumata davanti agli occhi dei figli e dei conoscenti. L’ennesima che ha visto un altro bagnante scomparire nelle acque di un fiume lombardo.
In previsione della giornata dedicata agli annegamenti e prevista per il 25 luglio, l’Oms, organizzazione mondiale della sanità, ha diffuso dei numeri piuttosto allarmanti che riguardano questa tipologia di incidenti. Ogni anno annegano, infatti, sia nel mare che nei laghi, nei fiumi e nelle piscine, 236mila persone.
I bambini sono le vittime più colpite, in particolare i bimbi nei primi anni di vita. Nei fiumi spesso la mancanza di esperienza è uno dei fattori principali degli annegamenti. La non conoscenza delle correnti e la temperatura dell’acqua, sono spesso motivo di malori che, poi, portano alle tragedie.
In occasione della Giornata Mondiale l’Oms ha ribadito che ognuno di noi può annegare e tutti possiamo fare qualcosa per salvare una vita. Il 25 luglio si lancerà una campagna che presenterà 6 misure di prevenzione che potrebbero servire a ridurre i rischi.
La prima cosa da fare sarebbe iscrivere ai corsi di nuoto i bambini fin dalla più tenera età. I braccioli e il salvagente non sono dispositivi salvavita. Non lasciarli mai soli. La sorveglianza è un modo per salvare tempestivamente un bimbo in difficoltà. E questo in ogni luogo dove i bimbi si stanno divertendo in acqua.