Annegata in piscina, indagato il marito

Michela Marelli è morta a 46 anni annegata in piscina a Collebeato, a Brescia, gli inquirenti indagano il marito come atto dovuto

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Michela Marelli è morta annegata nella piscina della propria casa nella giornata di giovedì scorso, 15 giugno. La donna soffriva di una grave malattia neurodegenerativa. Da quanto è stato ricostruito dagli inquirenti sembra proprio di tratti di un incidente. A trovare il corpo della vittima sono stati il compagno e la figlia.

Dopo le 17.30 del pomeriggio di giovedì, il compagno è rientrato a casa dopo la giornata di lavoro all’Iveco e la figlia di 16 anni ritornava a casa con il padre dopo una giornata passata in oratorio. Michela, a quel punto, era già morta, molto probabilmente, da qualche ora. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Gardone Valtrompia.

L’ipotesi più accreditata è quella dell’incidente

Sul posto anche un’ambulanza e un’automedica, mandati in codice rossa dall’Areu. I sanitari hanno tentato di rianimare Michela, ma non hanno poturo fare altro se non dichiararne il decesso. Sembra, comunque, si sia trattato di un incidente. Gli agenti delle forze dell’ordine stanno ricostruendo i fatti.

E’ neccessario, infatti, per chiudere il caso, comprendere come mai una persona in quello stato di salute fosse rimasta a casa da sola senza l’aiuto di nessuno. Michela lavorava da casa e, proprio a causa della sua patologia, sembra fosse soggetta a frequenti cadute. Di solito, mentre il compagno e la figlia erano fuori casa, qualcuno era sempre con lei.

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Ma quel giorno era in casa da sola. Questo potrebbe aver portato all’incidente. Il sostituto Antonio Bassolino ha disposto l’autopsia perchè si certifichi senza ombra di dubbio la causa del decesso. Bisognerà, quindi, aspettare il 28 giugno, data in cui si svolgerà l’autopsia per poter risalire allo svolgimento dei fatti.

L’esito, infatti, dovrebbe permettere di capire meglio a chi imputare le responsabilità omissive. Nel caso sia sia trattato di malore, poteva, infatti, essere evitata la tragedia grazie alla presenza di un parente o di qualcuno che la sorvegliasse. Gli inquirenti sperano che l’esito li aiuti a capire le possibili responsabilità.

Indagato il marito della vittima come atto dovuto

Potrebbe essere, infatti, che Michela abbia avuto un malore mentre si trovava nei pressi della piscina e sia caduta. Se qualcuno si fosse trovato con lei, forse la tragedia poteva essere evitata. Oppure Michela potrebbe essere scivolata sul bordo della piscina a causa del suo precario equilibrio, avere sbattuto la testa ed essere deceduta per trauma cranico.

Intanto gli inquirenti hanno dovuto aprire un fascicolo come atto dovuto per omicidio colposo nei confronti del marito che, ora, è iscritto nel registro degli indagati. Questo permetterà agli investigatori il completamento delle indagini al fine di ricostruire la vicenda così come si è svolta. Anche se non sembra esserci alcun dubbio sul fatto che si sia trattato di un tragico incidente.

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