Un anziano di 80 anni, dopo aver perseguitato da quasi un anno una sua vicina di casa, è stato costretto dal giudice a trasferirsi altrove.
Per quasi un anno, una donna di 55 anni è stata tormentata dal suo vicino di 80 anni, che lanciava incessantemente insulti e lasciava bigliettini offensivi.
Alla fine, ha denunciato le molestie alla polizia, con conseguente ordinanza restrittiva. Tuttavia, l’anziano ha continuato a molestarla, nonostante l’ordine.
I militari della compagnia di Seregno sono intervenuti e hanno imposto il divieto di dimora, impedendo all’ottantenne brianzolo di vessare e perseguitare ulteriormente la vicina di casa.
Secondo quanto riferito dall’Arma, la vita della donna era diventata un calvario da quando un uomo si sarebbe innamorato di lei durante il lockdown.
Nonostante il sentimento non fosse stato contraccambio, l’anziano ha iniziato a perseguitarla da giugno in poi, tentando anche di investirla con la sua moto.
Inoltre, ha iniziato a insultarla dal suo appartamento e ha lasciato dei messaggi minacciosi sotto la sua porta in più occasioni.
La donna, terrorizzata e allo stremo, ha dovuto rivedere la sua routine quotidiana e le sue abitudini per stare alla larga dall’uomo. Ha persino pensato di cambiare residenza per sfuggirgli.
Il giudice per le indagini preliminari di Monza, d’intesa con la locale Procura della Repubblica, ha imposto il severo provvedimento di divieto di dimora all’anziano sospettato di gravi reati nei confronti di una donna.
Tale passaggio è stato compiuto dopo aver considerato le concrete esigenze del caso e la presenza di prove convincenti a carico dell’imputato.
Secondo la nota da parte dei militari, il giudice ha riconosciuto la possibilità di un’ulteriore recidiva penale, sulla base di precedenti condanne per reati simili nei confronti della stessa vittima.
L’imputato, un uomo di 80 anni, è stato condannato a un anno e otto mesi dopo un processo abbreviato.
Il PM, acquisite le prove dai carabinieri, ha accertato che l’indagato aveva manifestato comportamenti sempre più violenti.
Nonostante i precedenti tentativi da parte del sistema giudiziario e carcerario di mitigare il suo comportamento, queste misure si sono rivelate inefficaci.
Anche gli arresti domiciliari sono stati ritenuti inadatti a causa dei suoi potenziali effetti negativi. Di conseguenza, il gip ha concluso che l’unica soluzione percorribile era quella di vietare all’ottantenne la dimora nel suo comune di residenza.
Questa misura, sebbene restrittiva, è stata ritenuta necessaria per garantire la sicurezza della donna, superando le esigenze di alloggio dell’indagato. Di conseguenza, l’individuo è stato costretto a trasferirsi.