La città di Ardesio, situata in provincia di Bergamo, è stata recentemente colpita da una catastrofe che l’ha vista sepolta sotto acqua e fango. Sono dieci le persone sfollate mentre altre 71 rimangono isolate
Si continua a spalare ad Ardesio, in provincia di Bergamo, dopo che una valanga d’acqua ha colpito la cittadina nella mattina di martedì 4 aprile. La tragedia, a quanto pare, è stata provocata da una rottura di una condotta dell’Enel. L’impianto non era in esercizio. Risale al 27 marzo l’ultima ispezione effettuata durante la quale non era stata evidenziata nessuna criticità.
Si può parlare di un vero e proprio miracolo se si pensa che nella frana di Ardesio non vi siano stati nè morti, nè feriti. Tuttavia, la situazione rimane grave. Sono dieci le persone sfollate che hanno trovato ospitalità da amici e parenti. Ben 71, invece, sono gli individui che rimangono ancora isolati. Sono residenti nelle frazioni di Cerete, Pizzoli e Staletti; è stato attivato un servizio di trasporto ad hoc per far recapitare loro beni di prima necessità come cibo e medicinali.
Nonostante l’enorme sforzo fatto dalle autorità locali e dalla popolazione, i danni causati dal disastro sono stati ingenti e la città di Ardesio ha subito una forte battuta d’arresto. L’assessore regionale alla Sicurezza e Protezione civile, Romano La Russa, ha affrontato l’argomento della messa in sicurezza, calcolando almeno una decina di giorni per ripristinare la strada comunale distrutta dall’ondata di acqua e fango. Si sta lavorando senza sosta soprattutto per rendere nuovamente agibili le abitazioni.
Sono circa 15mila metri cubi di acqua quelli che hanno travolto la cittadina di Ardesio. Gli abitanti hanno vissuto attimi di vero terrore. Sono molteplici le testimonianze raccolte. “Abbiamo sentito un rumore fortissimo, la casa tremava”, ha detto una signora estremamente impautira. Ha continuato: “Quando mi sono affacciata al balcone ho visto abbattersi gli alberi e un fiume di fango trascinava massi enormi”.
Yvan Caccia, il sindaco di Ardesio, la cui casa è stata isolata, ha dichiarato: “È stato un miracolo che a quell’ora in quella strada non passasse nessuno”. Don Antonio Locatelli, parroco del paese, ha messo subito a disposizione l’oratorio per i cittadini che ne hanno bisogno, offrendo riparo per la notte e un pasto caldo.
Resta da comprendere se l’enorme massa d’acqua abbia compromesso il pendio dove sono state costruite altre dimore. La strada per raggiungere le frazioni isolate è interrotta e i guardrail divelti.