Un giovane minorenne di origini straniere è stato arrestato a Bergamo nell’ambito di un’operazione antiterroristica
Un giovane minorenne di origini straniere è stato trovato in possesso di materiale che ha condotto gli investigatori ad un piano architettato dall’Isis. Il ragazzo, residente in provincia di Bergamo, stava organizzando, con i suoi complici, un attentato proprio nella zona in cui vive. L’accusa nei suoi confronti è di associazione terroristica, addetsramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate.
La Digos di Bergamo insieme a quella di Brescia e al Servizio per il Contrasto all’Estremismo e al Terrorismo esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione avevano iniziato le indagini in seguito al ritrovamento di un video pubblicato sui social e che faceva pensare ad un atto terroristico riconducibile all’Isis.
L’operazione congiunta anche con il comparto dell’Intelligence e di polizia straniere hanno portato a scoprire un gruppo di ragazzi che sosterrebbero il Daesh o Stato Islamico dell’Iraq e dello Sham. La loro presenza è sparsa in tutta Europa e in America. Le varie forze di polizia, la settimana scorsa, hanno arrestato molti di questi minorenni.
Indagini a Bergamo
Le indagini svolte a Bergamo hanno permesso di accertare che il ragazzo in questione era, oramai, pronto ad entrare in azione. Il suo intento era quello di portare a termine un attacco incendiario proprio nella zona in cui vive. Al momento dell’arresto la polizia ha trovato in possesso del giovane 16enne molto materiale che lo riconduceva, senza ombra di dubbio, all‘Isis.
Alcuni video mostravano esecuzioni, e manuali che spiegavano il funzionamento delle armi e come confezionare ordigni esplosivi. Tutte informazioni che, poi, il ragazzo condivideva in rete per i suoi complici esortandoli ad entrare in azione. Per il ragazzo il fermo è stato convalidato lo scorso 26 maggio su disposizione della Procura dei minori di Brescia.
Il quarto Rapporto annuale sul terrorismo e radicalismo in Europa è stato presentato proprio nei giorni scorsi. Curato dal ReaCT, Osservatorio sul radicalismo e il contrasto al terrorismo in Europa e diretto da Claudio Bertolotti. Nel rapporto si legge l’analisi di come il terrorismo si evolve e delle sue reali minacce nei confronti dell’Europa.
Le fonti prese in considerazione sono quelle dell’Europol e del Global Terrorism Index. L’Europa, secondo il rapporto, è la terza nazione maggiormente colpita dagli atti terroristici. Seguita dalla Russia, l’Eurasia, l’America Centrale e i Caraibi. Il Regno Unito e la Svizzera sono stati teatro di una cinquantina di atti terroristici nel corso del 2022, comunque in calo rispetto all’anno precedente.
Per l’Italia, la minaccia arriva soprattutto dai Balcani occidentali. Questo è un territorio in cui è molto radicato l’Islam, tanto che è noto con il nome di polveriera d’Europa. Il rapporto sottolinea che in questa zona si possono contare 8 milioni di fedeli e da qui, nel 2012, oltre mille cittadini si sono uniti sia alle milizie islamiche che all’Isis.
Arco di instabilità
L’Italia, inoltre, è esposta a causa di quello che si conosce come arco di instabilità. Parte, cioè, dall’Africa Sub-Sahariana e dal Nord Africa, raggiunge i Balcani e si estende nel Vicino Oriente, nel Golfo Persico e nell’Asia Centrale. La minaccia nazionale italiana deriva non solo dal terrorismo, ma anche da altre questioni interne al nostro paese.
Esistono delle strategie che potrebbero aiutare l’Italia a contrastare queste continue minacce e consisterebbero, sempre per quanto si legge nel rapporto:
“nel consolidamento della stabilità domestica di ogni Paese balcanico, nella garanzia di un corretto funzionamento delle istituzioni politiche locali, nel sostegno all’integrazione euro-atlantica della regione, nella prevenzione dell’ascesa di ondate di movimenti nazionalistici, nell’incoraggiamento delle opportunità italiane di commercio e investimento e nella lotta al terrorismo internazionale soprattutto di matrice islamica che trova spesso nella regione balcanica sostenitori e proseliti”.