In seguito ad un controllo di routine, a Milano la polizia ha arrestato un giovane egiziano per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
In seguito ad un controllo di routine, nel pomeriggio di ieri, mercoledì 7 giugno, intorno alle 16.30, la polizia ha arrestato un giovane ragazzo egiziano di 19 anni. Il suo nome è Youssef Abdel Elfeky. Il controllo è avvenuto in viale Zamagna, nei dintorni di San Siro a Milano.
Il 19enne è stato fermato dagli agenti delle forze dell’ordine che fanno capo alla VI sezione della Squadra mobile, gruppo antiborseggi. La squadra è guidata da Marco Calì e Michele Scarola. Il giovane, inizialmente, aveva fornito una falsa identità. In seguito ad un controllo in questura, gli agenti sono rislaiti alla sua identità.
Ed è in quel momento che hanno capito di avere di fronte uno degli scafisti che il 29 ottobre dello scorso anno si trovava su un peschereccio con più di 600 migranti a bordo. La barca si trovava al largo delle coste di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria, e venne soccorsa dalla nave Diciotti della guardia costiera.
Più di 300 dei 600 migranti a bordo sbarcarono nel porto di Catania. Ed è proprio tra questi che gli agenti di polizia siciliani pensavano di aver individuato gli scafisti. C’era anche il giovane egiziano Youssef Abdel Elfeky. In un primo momento la polizia lo aveva fermato, in seguito anche alle dichiarazioni fatte dai migranti stessi. Il Gip, però non aveva convalidato il fermo.
Youssef era tornato, così, in libertà. Il 4 marzo scorso, in seguito alla richiesta da parte della procura di un riesame, il Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza a suo carico. Quindi, dopo aver accertato le sue generalità, la polizia di Milano lo ha arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’ l’immigrazione clandestina.
Il 19enne all’epoca dello sbarco, si trovava sul peschereccio proveniente dalla Libia. Inizialmente si pensava fosse uno dei tanti migranti che cercano fortuna in un’altra terra. Poi, in seguito alle indagini e alla dichiarazioni di altri migranti, si era scoperto che il giovane egiziano era uno degli 8 scafisti che stavano portando i clandestini in Italia.
Intanto gli sbarchi continuano anche se nel mese di maggio si è potuto notare una diminuzione degli arrivi. Se ad aprile se ne sono contati 14.507, a maggio i miganti sbarcati sono scesi a 8.153. In calo sono gli arrivi sia dalla Tunisia che dalla Libia. Uno dei motivi potrebbe essere dato da alcuni arresti che la Tunisia ha effettuato nei confronti degli scafisti.
Un altro potrebbe essere dovuto al blocco di alcune navi al largo già in partenza per l’Italia. Ed anche la notizia che il tribunale tunisino ha arrestato un uomo a 79 anni di carecre per favoreggiamento del traffico di migranti ha avuto il suo peso. E’ la prima condanna di rilievo fatta in Tunisia per colpire gli scafisti.
Altro fattore, probabilmente riguarda l’aspetto economico della questione. L’Italia, ad oggi, è una dei pochissimi sponsor per sbloccare i fondi dell’Fmi, Fondo monetario internazionale, fondamentale per la sopravvivenza dello stesso paese. Ma ci sono notizie anche dai confini della Libia.
Sembrerebbe che i fedeli di Abul Hamid Ddeibah, premier libanese, abbiano, da qualche tempo, iniziato a bombardare alcune delle basi dei trafficanti. Preso di mira, in particolare, il territorio di Zawiya, da dove partono la maggior parte delle barche cariche di esseri umani. E nella Cirenaica, altro lato della Libia, sembrerebbe che il generale Haftar abbia iniziato a respingere i migranti salpati da Bengasi.