Preso il quarto uomo, complice di una banda di ladri che rapinavano gioiellerie, ha regalato un gioiello rubato alla fidanzata.
Il 15 gennaio scorso una banda di ladri aveva rapinato una gioielleria all’interno del centro commerciale a Rho Center di via Capuana. Cinque uomini, di cui uno armato di pistola, con i volti coperti da maschere in lattice e sciarpe. avevo rubato merce per 60.000 euro. Il bottino comprendeva sia gioielli che contanti.
I cinque avevano proseguito la fuga a bordo di due scooter che avevano, poi, abbandonato e bruciato. Gli agenti li hanno, poi, ritrovati vicino al parco comunale Pirandello, proprio sotto alcune telecamere che hanno ripreso tutta la scena. Dopo una serie di indagini approfondite, il primo marzo i carabinieri della Compagnia di Rho avevano eseguito l’arresto di tre dei cinque rapinatori.
Due fratelli, il 35enne Giovanni De Mattia e il 25enne Pietro, entrambi con precedenti, e il 28enne Marco Ottaiano. Nei giorni scorsi, hanno arrestato il quarto complice della banda. I carabinieri, grazie all’esame dei tabulati telefonici, hanno potuto risalire all’identità del quarto rapinatore.
Scattata la custodia cautelare
Gli agenti hanno eseguito, nella mattinata del 21 aprile, un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Milano. L’uomo arrestato è un 41enne già più che noto alle forze dell’ordine. Gli investigatori avevano scoperto, dalle intercettazioni e dalle analisi dei telefoni cellulari che, quest’ultimo rapinatore, aveva tenuto per sè un anello rubato durante l’ultima rapina.
L’intenzione era di regalarlo alla sua ex fidanzata. Gli agenti hanno, in seguito, lo hanno rinvenuto proprio a casa della donna, ignara, però, che fosse il frutto di una rapina. Gli agenti della sezione Operativa di Rho hanno sequestrato il gioiello come prova chiave della partecipazione dell’arrestato alla rapina della gioielleria.
Una fede nuziale che era solo una copia in argento. Un campione dimostrativo sul quale, poi, si sarebbero prodotte quelle in oro. Un gioiello, quindi, in argento, dal valore di pochi euro. Manca all’arresto il quinto complice per il ritrovamento del quale si stanno seguendo diverse piste.
Infatti, le modalità con le quali si ricercano i sospettati sono diverse. In questo caso in particolare perchè si tratta di un reato di notevole portata. Quindi non è sufficiente coprirsi il volto con delle maschere di lattice o bruciare i mezzi di trasporto. Le riprese delle telecamere della video sorveglianza, oramai, sono ovunque.
Le indagini
Difficilissimo sfuggire a tutte. Anche il modus operandi dei rapinatori porta una firma unica che permette agli agenti delle forze dell’ordine e a chi collabora con loro, di creare profili che aiutano a restringere il campo dei sospettati. E ci sono sempre degli errori che i ladri lasciano sul luogo del misfatto.
Si può trattare di una piccola goccia di sangue o di un’impronta anche parziale, ma utile ai fini dell’indagine. E, soprattutto, i telefonini sono uno strumento molto utile per risalire ai possibili colpevoli o complici. Grazie a cimici e trojan gli investigatori hanno potuto capire chi era il quarto assalitore.