É arrivata la conferma che in molti aspettavano, 90 euro in più sullo stipendio. Ecco tutti i dettagli in base alle fasce di reddito.
Durante il mese di giugno, il fisco ha iniziato a presentare seriamente il “conto” anche ai contribuenti veneti, come riportato in una nota dalla Cgia di Mestre. Tra le varie ritenute fiscali, come l’Irpef per i dipendenti, l’Iva, l’Ires, l’Imu, l’Irap e l’Irpef per i lavoratori autonomi, oltre alle addizionali comunali, l’Ufficio studi della Cgia ha stimato che al 30 giugno siano stati versati complessivamente nelle casse dello Stato ben 5,8 miliardi di euro. Ma come si collega tutto ciò alla notizia di 90 euro in più sullo stipendio mensile?
Giugno, insieme a novembre, è tradizionalmente il mese in cui si concentrano la maggior parte delle scadenze fiscali. Tuttavia, questa situazione solleva alcune problematiche. Non solo paghiamo una cifra considerevole, un fatto che può essere confermato da tutti coloro che hanno avuto a che fare con l’Amministrazione finanziaria, ma anche il semplice atto di pagare le tasse si rivela estremamente difficile, come recentemente ha ricordato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
La complessità del sistema tributario sta creando grandi difficoltà interpretative, persino per i professionisti del settore come commercialisti, esperti fiscali delle associazioni di categoria o dei Caf. Si immagini quindi quale impatto possa avere su imprenditori, soprattutto quelli di piccole dimensioni, che devono affrontare ben 80 scadenze tributarie e contributive ogni anno.
Tuttavia, da oggi in poi, c’è una buona notizia per i lavoratori dipendenti perché le loro buste paga saranno leggermente più pesanti grazie all’approvazione definitiva del decreto lavoro avvenuta il 29 giugno. Il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con redditi fino a 35.000 euro salirà del 4%.
Il recente taglio del cuneo fiscale rappresenta una misura che mira ad alleggerire il carico fiscale sui lavoratori dipendenti.
Ma come funziona esattamente questo meccanismo? Il cuneo fiscale indica la differenza tra il costo totale del lavoro per l’azienda e il netto effettivamente percepito dal lavoratore. É rappresentato dalle imposte e dai contributi sociali che vengono trattenuti dal datore di lavoro sul salario lordo del dipendente. Il taglio del cuneo fiscale comporta una riduzione degli oneri fiscali e contributivi a carico del lavoratore, consentendogli di godere di un maggiore reddito disponibile. Ciò si traduce in un aumento dello stipendio netto che viene effettivamente percepito.
È importante sottolineare che questa misura sarà temporanea, entrando in vigore oggi e terminando il prossimo 31 dicembre. Vediamo nel dettaglio i cambiamenti.
Ovviamente gli aumenti saranno proporzionali in percentuale in base alla fascia di reddito di appartenenza.
Per gli stipendi che rientrano nei 25.000 euro lordi, il taglio del cuneo fiscale passerà dal 3% al 7%. Questo si tradurrà in un aumento mensile dello stipendio di circa 70 euro. Invece, per le retribuzioni annuali che vanno da 25.000 a 35.000 euro lordi, invece, la riduzione aumenterà dal 2% al 6%. Si stima che ciò porterà a circa 90 euro in più sullo stipendio ogni mese.
Questi incrementi salariali rappresentano una boccata di ossigeno per i lavoratori dipendenti, consentendo loro di godere di un maggiore reddito disponibile nel breve termine. Tuttavia, è importante tenere presente che tali aumenti saranno effettivi solo fino alla fine dell’anno, pertanto i lavoratori dovranno prestare attenzione alle eventuali variazioni salariali a partire dal 2024.
L’obiettivo dietro il taglio del cuneo fiscale è alleggerire il carico fiscale sui lavoratori e stimolare la crescita economica. Nonostante la natura temporanea di questa misura, rappresenta comunque un passo nella giusta direzione per sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori e incentivare il consumo.
Sarà interessante osservare gli effetti di questi aumenti salariali sulla ripresa economica nel corso dell’anno. Nel frattempo, i lavoratori dipendenti che rientrano nei limiti di reddito indicati potranno godere di un extra di 90 euro al mese nelle loro buste paga, contribuendo così a migliorare la loro situazione finanziaria e sostenendo la ripresa economica complessiva. Questo piccolo incremento potrebbe rappresentare un incentivo per il consumo e un sollievo per le famiglie, che potranno godere di un po’ più di liquidità per far fronte alle spese quotidiane.