Aumenta il divario tra uomini e donne: sembra che lo stesso sia aumentato nel post pandemia. Tutto quello che c’è da sapere sul divario tra uomini e donne e in uno specifico ambito. I dettagli qui di seguito.
Il periodo della pandemia ha comportato dei notevole cambiamenti anche in relazione al lavoro femminile. Se paragonato a quello per gli uomini, il reperimento di un lavoro per una donna ora è molto più arduo. Nel post pandemia si sta riscontrando, dunque, un divario enorme tra uomini e donne, per via della carenza lavorativa riguardante prettamente l’ambito femminile. Nella città di Milano in particolar modo.
Come accennato poco fa si parla del divario che esiste tra uomini e donne e soprattutto da un punto di vista lavorativo.
L’Osservatorio mercato del lavoro nel capoluogo lombardo ha dichiarato che il post pandemia ha reso molto più difficile, per quanto concerne le donne, la ricerca di uno stato lavorativo.
Tutto questo è stato riportato basandosi primariamente sui dati Istat, oltre che sul registro inerente gli avviamenti al un genere di lavoro di tipo dipendente dell’anno 2022.
Insomma si parla di un fenomeno ben documentato e documentabile.
Attualmente l’emergenza Covid non è più in corso ma, a causa proprio della situazione difficile dovuta dalla pandemia, ora come ora si fatica a trovare un’occupazione lavorativa. Il problema della disoccupazione, però, in questo caso riguarda prevalentemente le donne alla ricerca di un lavoro.
Difatti i dati raccolti dall’Istat sostengono che le donne attualmente disoccupate sono aumentate notevolmente.
Tra l’altro si è constatato un incredibile divario sotto questo aspetto, per quanto concerne il lavoro maschile e quello femminile.
Nel corso dei lockdown dovuti dalla pandemia, il tasso di disoccupazione riguardava sia gli uomini che le donne. Infatti nel 2022 c’erano molteplici persone sia nel settore femminile che maschile, che risultavano prive di lavoro.
Mentre adesso sembrerebbe che unicamente gli uomini stiano avendo l’opportunità di riaffermarsi nel mondo del lavoro.
Nel 2022 nella città di Milano si era attuata una diminuzione dei disoccupati, ma l’anno scorso gli uomini hanno recuperato ben 23mila mansioni lavorative retribuite. Rispetto invece agli 11mila lavori ottenuti dall’universo femminile.
In riferimento invece al quadriennio composto dagli anni che rientrano tra il 2019 e il 2022, è stato evidenziato dai dati Instat un notevole disagio dal punto di vista occupazionale. Quindi quest’ultimo ha riportato una diminuzione di lavoro per gli uomini e per le donne, ma si è anche basato su una forma di miglioramento per quanto riguarda i lavoratori uomini. Seppur le donne partissero con uno svantaggio superiore.
Precedentemente al periodo caratterizzato dall’arrivo della pandemia, esisteva una forma di equilibrio indubbiamente maggiore tra i due generi. Difatti se ad esempio si pensa all’anno 2019, erano molto più le donne che riuscivano a trovare un’occupazione nel settore lavorativo.
Ma quali erano nello specifico gli ambiti del lavoro in cui la donna occupava dei posti di rilievo? Prima di tutto ci sono i posti lavorativi inerenti l’accudimento domestico, come per esempio quelli attinenti il ruolo di badante o di colf.
Poi seguivano le mansioni lavorative concernenti il settore sanitario come le infermiere e le Oss. Infine un ambiente del lavoro che pure era arricchito dalla presenza di dipendenti donne era quello appartenente all’istruzione.
La parità dei generi si poteva riscontrare in riferimento alla loro presenza nelle attività di genere professionale e in quelle finanziarie.
Mentre i lavori più indicati per gli uomini corrispondevano ai trasporti, alla manifattura e al settore dell’edilizia.
L’Osservatorio ha reso pubblici dei dati che lasciano alquanto perplessi, considerando quanto stiano a dimostrare le differenze tuttora presenti nel mondo del lavoro. Un divario che, a quanto pare, si è incrementato in seguito alla pandemia derivante dal Covid.
Infatti da ciò si capisce chiaramente che il percorso riguardante la parità dei sessi nelle occupazioni lavorative è ancora molto distante.
Questo è stato appurato notando pure la discriminazione che le donne stanno ricevendo nel post pandemia in ambito lavorativo.
Il tasso di disoccupazione risulta molto più alto ora, ma unicamente per le donne che sicuramente in forma maggiore stanno subendo le conseguenze derivanti dallo stato di pandemia.
Ancora oggi la figura della donna è associata alla cura della famiglia, a discapito del lavoro che spesso sono costrette a lasciare proprio per tale motivo.
Ciò considerando che la cura del nucleo familiare e della casa anche oggi è ancora ritenuta come un compito tipicamente femminile. Per non parlare della segregazione di genere, con determinate professioni considerate più adatte alle donne che agli uomini.
Pertanto le istituzioni dal canto loro dovrebbero mostrare un maggiore impegno, teso a favorire l’aumento di parità fra uomini e donne.
Questo per quanto concerne le opportunità di accesso al mondo lavorativo, mediante delle politiche eseguite in forma attiva. Così da effettuare una sorta di rieducazione del fenomeno definito come gender gap, ovviamente anche dal punto di vista dello stipendio.
Sollecitando in tal modo una effettiva condivisione delle tempistiche di cura e del lavoro, per eliminare le differenze tra donne e uomini nel lavoro.
Ecco che solo in questo modo si potrebbe far qualcosa al fine di rendere meno evidenti o eliminare del tutte le differenze tra uomini e donne se si parla di lavoro. Poiché le donne hanno gli stessi diritti dell’uomo e dovrebbero poter avere le stesse opportunità. In tal senso si potrebbe far qualcosa sul tasso di disoccupazione che riguarda le donne, che sembra essere elevato.