In arrivo stipendi più consistenti a partire dal 1° gennaio 2023, per una fascia di lavoratori ben precisa sulla quale però molte persone hanno già puntato il dito perché si pensa che questo provvedimento sia del tutto inaccettabile.
Il Governo si ritroverà a dover affrontare delle questioni scomode ben presto perché le decisioni prese non sono state accettate da alcuni dipendenti statali che pensano di non essere stati rispettati come meritano e di aver subito delle ingiustizie sulle quali non si può assolutamente chiudere l’occhio.
Coloro che lavorano a scuola hanno ricevuto il primo stipendio proprio nelle scorse settimane, scoprendo di aver ottenuto un aumento di circa 10 euro in busta paga, che equivale ad un decimo rispetto alla cifra che era stata prevista per il nuovo contratto nazionale che va dal 2022 al 2024.
Il forte divario tra i rimborsi dei docenti e quelli ricevuti da una categoria già di per sé ben pagata
L’aumento che il personale scolastico ha ricevuto in busta paga a dicembre si aggiunge a quello che ammonta al 4,2% che è stato incassato nel mese di dicembre. A dicembre questa fascia di lavoratori statali ha ricevuto €120 di arretrati fino ad un massimo di 2.500 euro in base agli anni di servizio.
Purtroppo si scopre che si tratta di una cifra banale rispetto a quella che hanno ricevuto i medici italiani. A quanto pare 135.000 medici che hanno già uno stipendio di 84 mila euro, hanno ottenuto degli arretrati che ammontano a 585 euro, fino ad un massimo di 25.000€.
In questo caso non si può fare altro che affermare che lo Stato non tratta allo stesso modo tutti i suoi dipendenti, come dovrebbe, bensì adotta delle misure e usa dei pesi totalmente diversi.
Le dichiarazioni del Presidenze nazionale sindacato scuola Anief, cosa si aspettano il personale docente e il personale Ata
Ad affermarlo è il presidente nazionale del sindacato scuola ANIEF, che commenta i fatti dichiarando che gli aumenti e le assegnazioni degli arretrati sono avvenuti in maniera scorretta, del tutto fuori misura: c’è una discrepanza che salta subito all’occhio, impossibile da non notare ed evidenziare che diventa anche un problema per il futuro.
Il divario di pagamenti tra i medici e gli insegnanti, il personale ata ecc, fa di tutto tranne che salvaguardare le nuove generazioni che patiranno certamente le conseguenze. Tra il 2022 e il 2023, l’inflazione è andata a salire in modo preoccupante.
L’aumento è stato del 15%, di conseguenza coloro che lavorano nella scuola si ritroveranno a dover pagare il 10% in più in tasse, per cui piuttosto che guadagnare andranno a perdere. Adesso non si può non considerare il fatto che il costo della vita è sempre più elevato. Per cui arrivare alla fine del mese è difficile.
Ne sa qualcosa la gran parte dei lavoratori che non solo non ha visto alcuna modifica dello stipendio, ma che si è anche trovata, con gli stessi soldi in busta paga, a dover vivere affrontando costi triplicati, a partire dalla benzina che serve per spostarsi sia per portare i figli a scuola che per andare al lavoro, ma anche per fare la spesa e così via.
Ecco la richiesta chiara e precisa dei docenti
Se si vuole veramente uscire dalla spirale bisogna valorizzare i lavoratori a partire dal corpo docente, dal personale Ata e così via, che si impegnano tutti i giorni per 365 giorni l’anno a scuola, proprio come i medici e tutti gli altri professionisti.
Le scuole per esempio necessitano di investimenti, perché ci sono carenze importanti, tutte quante le strutture mancano di risorse ben precise che non consentono al settore dell’istruzione di andare avanti. Infatti da diverso tempo la scuola non fa altro che muovere passi indietro. Ciò che chiedono soprattutto i docenti è una rivisitazione del sistema scolastico che ha molte falle che vanno risolte nelle breve periodo.