Beppe Sala è stato scelto come il sindaco più amato d’Italia. Il primo cittadino meneghino, è senza ombra di dubbio, l’amministratore più amato di tutta l’Italia.
Questo riconoscimento gli è stato conferito direttamente dal “Governance Poll 2023”. Il sondaggio in questione è stato realizzato per il 19esimo anno consecutivo dall’Istituto demoscopico Noto Sondaggi, del Sole 24 Ore.
Il sindaco, ha ottenuto il 65% delle preferenze che gli hanno dato la possibilità di balzare dritto in prima posizione dopo aver ottenuto soltanto il quarto posto lo scorso anno.
Beppe Sala precede Marco Fioravanti sindaco di Ascoli Piceno e Antonio De Caro sindaco di Bari, che anche quest’anno, anche se a parti invertite hanno raggiunto il podio. Rispetto al 2022, quest’anno Sala ha aumentato il suo consenso di 7,3 punti, cosa che nessun altro cittadino di centrosinistra è riuscito a fare meglio. L’unico che ha segnato un incremento maggiore è il suo collega di centrodestra, Luigi Brugnaro di Venezia, che ha raggiunto il 63% dei voti segnando così un più 8,9.
Tra tutti i presidenti di Regione, dopo ben 12 anni di primato, ottiene la seconda posizione Luca Zaia sindaco del Veneto, con il 68,5% dei voti. Il presidente è stato battuto per pochissimo, da Stefano Bonaccini, il presidente dell’Emilia Romagna, che ha ottenuto il 69% delle preferenze. A perdere una posizione rispetto all’anno scorso è stato anche Massimiliano Fedriga, del Friuli Venezia Giulia, con il 64% dei voti. Adesso occupa il terzo posto. Per concludere al quinto posto troviamo il lombardo Attilio Fontana, con il 56,5%.
Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi ha dichiarato che nel giudizio della comunità è sceso di molto il ‘pregiudizio’ dell’appartenenza politica e questo è un punto importante perché vuol dire che nessuno parte prevenuto. Chi governa di conseguenza viene finalmente valutato più per l’attività amministrativa e non per il partito di appartenenza come accadeva in passato. Lo dimostra il fatto che i due vincitori del Governance Poll 2023, appartengono ad uno schieramento diverso dalla maggioranza del governo. Chiaramente il riferimento politico passa in secondo piano. Al primo c’è soltanto la capacità di gestione del politico stesso.
Quindi il filo che lega Bonaccini e Sala non è più la coalizione di centrosinistra, ma il fatto che la popolazione percepisce i politici come i difensori dell’opinione pubblica, a prescindere dallo schieramento e dalle ideologie. Oggi sono tutti soltanto portatori di interesse dei cittadini. Per questo sindaci e presidenti hanno ottenuto il consenso senza troppa difficoltà.