Bimbo ucciso in bici: un bambino di 11 anni muore poiché travolto e quindi ucciso nella città di Milano, mentre si trovava sulla sua bicicletta. Si parla a tal proposito di un patteggiamento respinto perché sono troppo pochi 5 anni per il responsabile.
Una pena ritenuta certamente incongrua, in base a ciò che ha detto il gup. Nour Amdoun era alla guida pur non avendo la patente e, in più, era sotto l’effetto di cannabinoidi e aveva una gamba ingessata. Ecco i risvolti di una vicenda che ha dell’incredibile.
Bimbo ucciso in bici: la protesta per una pena troppo bassa
Come accennato poco fa, un bambino è morto e a bordo della sua bici. La pena a tal proposito è eccessivamente bassa per un fatto così grave, come quello attinente l’uccisione di un bambino di 11 anni che si trovava in sella alla sua bici.
Con tali motivazioni il gup della città di Milano, Lorenza Pasquinelli, ha deciso di respingere la richiesta di patteggiamento a soli 5 anni.
Una richiesta che tra l’altro aveva ricevuto il via libera da parte della Procura, in riferimento a Nour Amdouni. Quest’ultimo è esattamente il ventenne che fu arrestato la scorsa estate. Per la precisione l’uomo è stato fermato il giorno 18 agosto, con l’accusa di omicidio stradale con l’aggiunta dell’aggravante della fuga.
Difatti il giovane uomo avrebbe prima investito e ucciso un bambino di soli 11 anni, Mohanad “Momo” Moubarak, che si trovava in sella alla sua bici. Poi invece di fermarsi e cercare di prestare soccorso, è scappato via lasciando il ragazzino esanime sull’asfalto. Mohanad si trovava in via Bartolini nella città di Milano, poco distante dal ristorante del padre, quando è stato travolto dall’auto guidata dal ventenne.
Cosa è accaduto il 9 agosto dello scorso anno e l’istanza correlata
In base alla ricostruzione attuata mediante le indagini effettuate dalla Polizia locale, il giovane aveva assunto cannabinoidi. Inoltre non aveva mai ottenuto la patente, quindi non poteva assolutamente mettersi alla guida di un’autovettura.
Come se non bastasse, l’uomo guidava nonostante avesse una gamba ingessata.
Stamattina il giudice, in seguito alla decisione di respingere l’istanza di patteggiamento, ha stabilito una nuova udienza che si andrà a verificare il giorno 30 marzo.
In questa data si attuerà l’indicazione di un nuovo gup e solo dopo tale fase l’imputato, che dispone della difesa da parte di Robert Ranieli, sarà processato mediante il rito abbreviato.
Alla richiesta di patteggiamento, che aveva ricevuto il via libera grazie al pm Rosario Ferracane titolare dell’inchiesta, si erano subito opposti i familiari della vittima. La famiglia del bambino, inoltre, rappresenta la parte civile col supporto dell’avvocato Salvatore Bottari.
All’interno dell’accordo correlato al patteggiamento non risultava incluso un risarcimento. Pertanto la famiglia del bambino travolto e ucciso sta aspettando quello che avverrà da parte della compagnia di assicurazione dell’automobile.
Inoltre la richiesta riguardante il patteggiamento a 5 anni, pena non sospesa per quanto riguarda il 20enne che si trova in carcere, era giunta in seguito alla decisione relativa al giudizio immediato.
In aula erano presenti non soltanto l’accusato, ma anche tutti i familiari del bambino undicenne. Il giudizio immediato è stato chiesto dal pm Ferracane e poi disposto dal gip Tommaso Perna.
Però oggi non è stata ratificata da parte del gup Pasquinelli.
Da tener presente che il giovane ventenne, come sottolineato precedentemente, non si è fermato dopo aver investito il bambino che si trovava sulla sua bici.
La decisione del ragazzo di costituirsi
Difatti sempre lo stesso ragazzo ha deciso di costituirsi soltanto dopo che erano trascorse quattro ore dal momento della tragedia.
Poi nei giorni a seguire è arrivata, mediante l’apposita richiesta da parte del pm, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. In seguito all’arresto del ventenne è avvenuto il suo interrogatorio, di fronte al gip Fiammetta Modica.
Il ragazzo ha ammesso di aver investito il bambino di 11 anni con la sua auto, ma contemporaneamente ha dichiarato di non aver capito subito che si trattasse di un bambino.
Inoltre non aveva segnalato l’accaduto, in base a ciò che ha dichiarato il gip Chiara Valori che alla fine del mese di agosto aveva provveduto a respingere la richiesta ai domiciliari, in quanto il ventenne non aveva ben capito la gravità di ciò che era accaduto a causa sua. Questo sicuramente per via del suo stato di mancata lucidità dovuta dall’assunzione di cannabinoidi. Una condizione che l’ha portato a guidare in un modo sicuramente incosciente, che poi ha portato alla morte del bambino undicenne.
Dunque questa è la storia della morte di un bimbo a bordo della sua bici.
Un bambino di soli 11 anni che ha perso la vita e solo perché è stato travolto a causa di un ventenne che non si è fatto alcuno scrupolo di mettersi alla guida di una macchina, nonostante non avesse la patente e si trovasse in uno stato di mancanza di lucidità, dovuto dall’assunzione di cannabinoidi. In aggiunta aveva anche una gamba ingessata che gli impediva, quindi, di poterla utilizzare alla guida della vettura.
Il risultato di ciò ha portato alla fine della vita di un bambino di undici anni. Ecco perché sembrano essere troppo pochi 5 anni per il bimbo ucciso in bici.