Molto spesso si effettuano bonifici senza pensare a inserire correttamente la causale. Fate attenzione, perchè può costarvi caro.
Sarà capitato tantissime volte di dover fare un bonifico a un parente e non restare attenzione alla causale. La maggior parte delle volte, infatti, siamo portati a specificare la causale solo quando necessaria a un servizio o a una prestazione professionale. Ma c’è un caso specifico in cui bisogna prestare molta attenzione alla causale di un bonifico. Vediamo di cosa si tratta.
La causale di un bonifico altro non è che la spiegazione, il motivo della movimentazione di tale denaro. Negli ultimi tempi i controlli da parte del fisco hanno fatto scattare l’allarme anche nei confronti di chi, pur essendo in regola, si trova a compiere delle azioni innocue ma che potrebbero portare ad accertamenti. Proprio per questo motivo, inserire la giusta causale quando si dispone un bonifico è molto importante. Specialmente nel caso di bonifici ai propri figli, situazione che potrebbe portare a una tassazione più alta semplicemente per una causale errata. Ma cerchiamo di capire bene come funziona il meccanismo.
Di norma, quando si decide di trasferire del denaro ai propri figli, per evitare sanzioni da parte del Fisco è consigliabile eseguire un bonifico, così che i movimenti risultino tracciati. È bene però sapere che in alcuni casi anche i soldi trasferiti ai propri figli per mezzo di un bonifico possono essere tassati, questo se la causale inserita non è corretta.
Nel caso di bonifici ai propri figli o ai propri parenti stretti, si può rischiare una tassazione dal 4% al 6% dell’importo.
La nostra legge prevede che siano applicate delle imposte anche sul denaro ceduto ai figli. La tassazione è pari al 4% qualora l’importo trasferito sia pari o superiore a un milione di Euro. La tassazione al 6% invece subentra nel caso di trasferimenti di denaro verso altri familiari, quali fratelli o sorelle nel limite di 100 mila Euro, e di 1.500 Euro verso gli altri familiari fino al terzo grado di parentela.
Per quanto gli importi siano alti, secondo la legge chi riceve qualsiasi somma di denaro in dono è tenuto a dichiararla al Fisco per mezzo della dichiarazione dei redditi, per non figurare come evasori. Le somme ricevute a titolo gratuito, sempre secondo la normativa vigente, devono essere dichiarate nel caso di cifre importanti, mente non ci sarebbe alcun bisogno di dichiarare cifre minori. Il problema fondamentale sta nel fatto che non è specificato in alcun modo quali siano le soglie per cifre minori o importanti, quindi non è molto chiaro quando è necessario indicare quanto ricevuto nella dichiarazione dei redditi.
Come dicevamo all’inizio, la chiave di tutto sta nella causale di un bonifico.
La legge in vigore attualmente non prevede sanzioni per una donazione monetaria nei confronti dei propri figli, proprio perchè non c’è un limite al denaro che si può cedere a un figlio. Per evitare controlli o sanzioni però, è sempre bene giustificare in maniera adeguata il trasferimento per mezzo di bonifico. Se infatti la causale risultasse assente o non adeguatamente motivata, potrebbero scattare delle sanzioni.
Proprio per questo motivo è necessario prendersi qualche secondo in più e completare in maniera adeguata il campo della causale, indicando “regalo per…” o “Dono di compleanno”. In questo modo qualora dovesse esserci un controllo da parte del fisco sul conto del ricevente, qualora ci fosse un addebito di importo elevato è possibile dimostrare che tale addebito proviene da un genitore e può essere motivato proprio dalla causale stessa.