Buona notizia per coloro che usufruiscono del bonus bollette, riconosciuto in busta paga dal datore di lavoro. Ci sono delle regole nuove per il 2024 ma queste agevolazioni sono state confermate, anche se con nuovi limiti di esenzione.
La misura viene concessa appunto dal datore, che può adottarla anche in abbinamento con altri provvedimenti di welfare come il rimborso dei tassi di interesse di affitti e mutui, sostenuti dai dipendenti. Cosa bisogna fare per averne diritto? Ci sono dei requisiti per accedervi?
Con questa breve guida cercheremo di fare chiarezza sull’argomento.
Nel 2022 il governo ha introdotto il bonus bollette in busta paga, una misura pensata per aiutare gli italiani che in poco tempo si sono trovati a fronteggiare l’aumento dei costi energetici. Molti si sono trovati in difficoltà, specialmente i redditi bassi, per questo motivo l’argomento è molto cliccato sul web e come da tradizione ogni inizio dell’anno è contrassegnato da utenti che cercano quali agevolazioni fiscali sono state confermate.
La misura relativa al bonus bollette è stata prorogata anche per il 2024 ma non solo, il sostegno rimarrà per gli anni a venire perché ormai alcune classi di lavoratori non possono farne a meno. La vita è diventata sempre più costosa e questo è un ottimo escamotage per risparmiare qualcosa.
A farsi carico di tale soluzione è l’azienda stessa del lavoratore, quindi il datore di lavoro. Precisiamo però che non si tratta di un obbligo, egli è infatti libero di riconoscere o meno il rimborso ai propri dipendenti, anche se ci sono degli incentivi. Il provvedimento infatti è esente dalle tasse se non supera una certa soglia che in questi anni è stata più volte modificata. Vediamo dunque le novità a proposito.
Con il bonus bollette, l’azienda rimborsa i dipendenti dai costi sostenuti per pagare le utenze domestiche, quindi acqua, luce e gas. L’Agenzia delle Entrate ha fornito una guida precisa dove si legge che tali utenze devono riguardare immobili a uso abitativo e devono essere intestate al dipendente o a chiunque abiti insieme a lui, anche se in un condominio o in locazione. Il rimborso avviene con una soglia di esenzione annua pari a 258,23 euro.
Il governo ha messo più volte mano a tale limite, in particolare nel 2024 i fringe benefit compreso appunto questo bonus, non concorrono a formare il reddito lavorativo dipendente se non superano i 1.000 euro annui per lavoratori senza figli a carico oppure i 2.000 euro annui per chi non ha figli a carico.
Il dipendente deve fare dei passaggi obbligati, qualora il datore abbia deciso di assegnarli l’agevolazione. Innanzitutto deve fornire la documentazione utile per giustificare il bonus e poi successivamente deve anche dimostrare di volta in volta, l’utilizzo dello stesso, sempre tramite documentazione.