Quanti si accingono a eseguire dei lavori di ristrutturazione edilizia possono accedere al “Bonus mobili 8.000 euro”.
Nel cosiddetto Bonus Mobili rientrano acquisti di grandi elettrodomestici come la lavastoviglie o la lavatrice, ma anche altri complementi di arredo come il letto o la libreria, e anche il divano del salotto.
L’ultima legge di bilancio approvata ha confermato la proroga, con una significativa riduzione. La soglia massima di cinquemila euro su cui vengono calcolati gli sgravi fiscali è stata però innalzata a ottomila euro.
Bonus mobili 8.000 euro in sostanza è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di elettrodomestici, acquistati ,una volta che si sono eseguite delle opere di ristrutturazioni straordinarie, per arredare l’immobile.
Il bonus riguarda mobili ed elettrodomestici almeno di classe A per i forni, di classe E per lavatrici, lavasciuga e lavastoviglie, e di classe F per frigoriferi e congelatori.
Anche i costi di trasporto e montaggio sono inclusi nell’importo della soglia. L’Agenzia delle Entrate ha prodotto una guida con un elenco dei mobili che rientrano nel bonus, a condizione che siano nuovi, a cui è applicabile lo sconto.
Questi vanno dalle credenze alle cassettiere, dagli armadi ai letti, inclusi i materassi e perfino gli apparecchi di illuminazione. Non rientrano nella voce del bonus invece la pavimentazione quale il parquet, o o le porte, ma anche i tendaggi e altri complementi di arredo.
Tutti gli elettrodomestici devono essere nuovi e nelle classi energetiche di cui sopra che sono rilevabili nell’etichetta energetica.
Fanno parte dei grandi elettrodomestici, anche le piastre riscaldanti elettriche, gli apparecchi elettrici di riscaldamento o gli apparecchi per il condizionamento.
I lavori di manutenzione ordinaria non sono sufficienti per ottenere la detrazione per i mobili. Del tipo che si effettua quando si cambia l’aspetto del bagno con una semplice tinteggiatura o con nuove piastrelle, la sostituzione di rubinetterie esterne o l’intonacatura.
I lavori di ristrutturazione dell’edificio devono essere straordinari e devono riguardare un restauro conservativo. Le date delle pratiche presso il Comune devono risalire all’anno precedente a quello di acquisto dei beni.
La data di inizio lavori può essere certificata da autorizzazioni amministrative o da una comunicazione preventiva all’ASL, se questa è obbligatoria. Nel caso di interventi che non richiedono una comunicazione o un’autorizzazione, è sufficiente una dichiarazione giurata.
La detrazione per il 2023 con le nuove regole inserite nella manovra è ora di 8.000 euro, che diventano 5.000 nel 2024. Sull’importo speso deve essere operata una detrazione del 50%, che sarà distribuita in dieci rate annuali di pari importo da indicare nella casella corrispondente della dichiarazione dei redditi.
Gli importi massimi di spesa si riferiscono all’unità immobiliare, comprensiva degli accessori, o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione. Di conseguenza, una persona che esegue lavori di rifacimento su più di un’unità immobiliare può beneficiare più volte dell’agevolazione.