Il 36enne ivoriano, già condannato per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, era uscito di prigione lo scorso giugno, dopo aver scontato 13 anni di carcere.
Rudy Guede dovrà portare il braccialetto elettronico. I pm gli contestano i reati di violenza, maltrattamenti e lesioni personali. Il pubblico ministero aveva chiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto sufficiente la misura del divieto di avvicinamento alla presunta vittima.
Divieto di avvicinamento alla ex compagna per Rudy Guede, il 36enne ivoriano già condannato a 16 anni di carcere per il delitto di Meredith Kercher, la studentessa originaria di Southwark, e uccisa nella notte tra il 1 e il 2 novembre 2007 nel suo appartamento in via della Pergola a Perugia, città in cui si trovava per un progetto Erasmus.
La Procura di Viterbo ha richiesto il braccialetto elettronico nei confronti di Rudy Guede, che è accusato di lesioni, violenza e maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna.
“Non seguo la vita di Guede, ma alla luce di quanto accaduto oggi mi sembra che non sia cambiato. Quello che era prima di entrare in carcere, quello che leggevamo negli atti, si riconferma tristemente” è il commento di Raffaele Sollecito alla notizia.
Proprio Sollecito era finito nel mirino delle indagini insieme all’allora sua compagna, Amanda Knox, studentessa di Seattle. I due fidanzati furono assolti, con rito ordinario, dopo quattro anni di reclusione. L’unico a essere condannato per il delitto della giovane studentessa fu proprio Rudy Guede, amico di Amanda, che aveva scelto il rito abbreviato. La condanna per l’ivoriano fu di 16 anni di carcere con le accuse di violenza sessuale e concorso in omicidio contro ignoti.