Arriva un ulteriore aumento per i lavoratori del settore scolastico, stanziati 320.749.609,00 euro. Quanto guadagneranno in più.
Il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere, attraverso il ministro Valditara, che sono stati stanziati altri 320.749.609,00 euro per gli aumenti agli stipendi del personale scolastico. Questa cifra si va ad aggiungere agli aumenti già previsti dal Contratto Scuola rinnovato a dicembre dello scorso anno. Ma quanto guadagneranno in più nello specifico i lavoratori? Vediamo.
Aumento retribuzione fissa per questi lavoratori
Gli aumenti prospettati riguarderanno la retribuzione fissa del personale scolastico, che include lo stipendio tabellare, la retribuzione dei docenti, il compenso individuale accessorio per il personale ATA e l’indennità integrativa speciale. Le nuove somme sbloccate per gli aumenti sono riferite al 2022, per questo nel corso del 2023 il personale scolastico, docenti e ATA, percepiranno anche gli arretrati relativi al 2022. In più, da marzo riceveranno anche gli aumenti relativi all’Indennità Vacanza Contrattuale.
Quanto guadagneranno in più
In sintesi, quanto guadagneranno in più i lavoratori del comparto scuola? Il numero di dipendenti che lavorano in questo settore ammonta attualmente a 1,191.694, tra cui andranno divisi i 320.792.609,00 euro. Come risultato, in media questi lavoratori guadagneranno 269,19 euro in più all’anno, cioè 22,43 euro lordi in più ogni mese, che diventano al netto 14 euro.
Un aumento irrisorio quindi, che per questo ha lasciato scontenti in molti. In più, bisogna tenere conto del fatto che gli aumenti effettivi di ciascuno stipendio sono soggettivi e cambiano in base a posizione lavorativa, inquadramento contrattuale e anzianità di servizio. Comunque, questi aumenti vanno ad aggiungersi all’aumento precedentemente annunciato di 100 euro lordi.
Comparto scuola, questo aumento non basta
Gli aumenti irrisori per quanto riguarda la retribuzione dei lavoratori del comparto scuola continuano a creare malcontento e far discutere, e non a torto. Valorizzare il lavoro dei dipendenti di questo settore è estremamente importante per diversi motivi. Innanzitutto, i dipendenti della scuola sono responsabili dell’educazione e della formazione dei futuri cittadini e, pertanto, rappresentano una parte fondamentale della società. Inoltre, questi lavoratori spesso svolgono compiti complessi e stressanti che richiedono competenze specifiche e una formazione adeguata.
Pagare di più questi dipendenti non solo li motiverebbe ad impegnarsi di più nel loro lavoro, ma anche ad attirare e trattenere i talenti migliori del settore. Inoltre, l’inflazione rappresenta un importante fattore da considerare nella remunerazione dei dipendenti del comparto scuola. Infatti, l’inflazione comporta un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, il che significa che i salari dei dipendenti scolastici, così come di altri lavoratori, potrebbero non essere sufficienti a far fronte alle spese quotidiane.
Pertanto, finanziare aumenti salariali per i dipendenti della scuola anche in virtù dell’inflazione rappresenta un mezzo importante per garantire un tenore di vita adeguato a questi lavoratori e alle loro famiglie, e per riconoscere il valore del loro lavoro all’interno della società.
ATA, il personale più svantaggiato
Tra i dipendenti della scuola, poi, il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) è spesso quello più svantaggiato in termini di retribuzione e condizioni lavorative. Questo perché spesso le mansioni svolte da questi dipendenti sono considerate meno prestigiose rispetto a quelle degli insegnanti, nonostante siano essenziali per il funzionamento della scuola. Inoltre, il personale ATA è spesso costretto a lavorare in condizioni precarie, con orari flessibili e una grande mole di lavoro da gestire.
Tutto questo rende la professione meno attraente e la retribuzione spesso più bassa rispetto ad altre professioni con una formazione simile, come ad esempio la segreteria o l’amministrazione di altre aziende.