Nata a Sorrento nel 1974, single senza figli, Candida Morvillo è una milanese adottiva a dir poco entusiasta (ma sempre lucida). Milano da anni è la sua città e non la lascerebbe né per tornare dove è nata né per andare altrove. Giornalista di talento ed esperienza – ha lavorato per Il Mattino, Oggi, Vanity Fair, Visto e Novella 2000, in quest’ultimo giornale da direttore – e scrittrice – La Repubblica delle Veline, Le stelle non sono lontane, La signora dei segreti, pubblicato nel 2015. Imperniato sulla vita di Maria Angiolillo, la regina dei salotti romani, Candida l’ha scritto assieme a Bruno Vespa. In questa intervista racconta la sua Milano: i primi tempi, la luce, la caccia ai milanesi, le fughe al Sud, la famiglia allargata, gli amici, i single, la crisi, i grattacieli, la cattiveria che si respira in città… Da non perdere.
Trascrizione videointervista a CANDIDA MORVILLO
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DAL GOLFO AL DUOMO
Io sono nata a Sorrento, però sono cresciuta a Meta di Sorrento. Sono cresciuta guardando il Vesuvio: ce l’avevo proprio di fronte questo mare blu cobalto col Vesuvio nero sopra…
E LA LUCE?
Quando sono arrivata la prima cosa che mi ha colpita è stata la mancanza di luce. Era proprio la luce che aveva una qualità diversa. Ero una bambina, avevo vent’anni…
MILANO VISTA DA SORRENTO
Era molto lontana è tuttavia se ne parlava come il regno della meritocrazia… Con il tempo ho imparato ad amarla moltissimo questa città, non la cambierei mai e infatti torno pochissimo a Sorrento.
I PRIMI APPROCCI
Il mio primo approccio con i milanesi fu che non incontrai mai milanesi per molto tempo. «Ma tu sei di Milano?». «Sì», «Ma di Milano Milano?». «Beh no, però ho il nonno pugliese, la nonna materna siciliana… Il papà e il nonno paterno di Trieste…». Quindi dopo un po’ si scatenò la caccia al milanese perché io volevo vederli questi milanesi, volevo capire come erano fatti da vicino… Poi tuttora di milanesi veri, amici, ne conosco credo soltanto due. Hanno una riservatezza diversa dai milanesi ibridi, però quando riesci a diventare loro amico, lo restano per sempre.
UNA CITTÀ FACILE
Milano è una città facile, facile da usare. Non è troppo grande, i mezzi arrivano dappertutto, le strade sono molto più pulite che a Roma. Se devi gettare una carta trovi un cestino, se sei in una via e non sai che via sia alzi lo sguardo e in tutti gli angoli c’è la targa che ti dice dove sei.
COME AFFRONTARLA
Devi sempre essere molto competitivo, è una città che va a forte velocità… E dove non devi mai restare indietro… È una città che ti chiede sempre tanto, devi lavorare molto, essere sempre acceso… Però è anche il suo bello.
RITMI FATICOSI
A volte si fa fatica a star dietro i suoi ritmi, però poi è molto facile ritrovarsi con le persone perché tutti sono dentro questa grande onda che si muove molto velocemente. Quindi è facile trovare persone con cui condividere, a volte, anche piccoli momenti di stanchezza.
SOLI E SOLIDALI
Rispetto a Sorrento c’è una struttura sociale molto diversa. Lì c’è ancora una struttura di quartiere, di grandi famiglie e di solidarietà tra zii, cugini e parenti vari. Qui nessuno ha zie e cugini, parenti e fratelli… E quindi ci si sente in questa città come se si facesse parte di una grande famiglia perché sembra che tutti corrano e abbiano molto da fare. Però se hai bisogno di qualcosa….cioè in realtà sono lì in dieci pronti a darti una mano perché sono tutti nella tua stessa condizione.
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PERCHÉ COSÌ TANTI SINGLE?
Sembra che le persone possano avere infinite opportunità d’incontro… Ma poi quando non ci si sofferma sulle persone difficilmente ci si incontra davvero profondamente… Forse perché corriamo troppo…
PER SEMPRE (FORSE)
Io credo che Milano sia per sempre. Se cominci a viverla, se la fai tua davvero, non vuoi più andare via. Mi fa sentire davvero a casa.
LA CRISI E IL RITORNO A CASA
Però negli ultimi anni io ho conosciuto tante persone che sono tornate nel loro paese di origine perché la crisi economica è stata un freno importante. Questi ritmi sono pesanti… Allora, finché se ne ha un ritorno, una gratificazione, si sopportano – a volte anche con euforia, a volte con eccessiva euforia – però diventano faticosi, troppo faticosi, quando non hai più un ritorno.
RIPENSARE MILANO
Questa è stata una città favolosa quando tutto funzionava alla perfezione. Quando l’economia girava erano gli anni ’80, poi anche i ’90 non erano malaccio… Adesso va ripensata perché è cambiato il mondo, perché veramente non si può vivere misurando tutto solo sul successo e sul denaro. Quindi da questo punto di vista io credo che i milanesi devono fare tutti uno sforzo per ripensarsi, per rifondarsi proprio come persone, per tarare nuovamente quelli che sono stati i valori per tanto tempo.
GLI ANNI ’80 SONO FINITI
Ciao una parte della città che gira ancora un po’ come se fossero degli anni 80 con in più la frustrazione di non guadagnare come negli anni ’80. Quindi c’è un’umanità anche superficiale in questo momento sicuramente frustrata. Mi auguro che la crisi aiuti tutti in qualche modo a ritrovare un proprio baricentro.
PIÙ AGGRESSIVA E CATTIVA
Io in questi anni di crisi ho visto questa città diventare più aggressiva. Più aggressiva e molto molto cattiva. Francamente sono aggressive le persone per strada, come non lo erano una volta. Sono aggressivi gli automobilisti, le persone si sono chiuse in se stesse invece di aprirsi e diventare più solidali. Parlo proprio di quell’aria di quell’atmosfera che un po’ vivi camminando per strada… Quindi vai in metro e vedi che davvero non fanno sedere gli anziani e le persone con le stampelle, questa cosa qui purtroppo io l’ho vista peggiorare in questi anni.
MOSCHEA SÌ O NO?
Viviamo in una città aperta e tollerante e non vedo perché non dovremmo avere una moschea, però mi rendo conto che con tutto quello che sta accadendo nel mondo…La paura che c’è è comprensibile.
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MILANESE GRAZIE A ROMA
Mi sono scoperta milanesizzata quando ho cominciato a frequentare Roma e a essere pendolare con Roma. Ovviamente ero circondata da tutti questi romani che dicevano che Roma è una città meravigliosa, ed è una città meravigliosa, però in quel caos non mi ritrovavo. E allora ho capito che veramente Milano era la mia città, perché era a mia misura e poi mi sono sentita milanese quando ho capito che tutti i miei affetti e i miei amici erano a Milano e che i miei amici erano la mia famiglia.
IL BELLO DEI VICOLI
I luoghi di Milano più miei sono I vicoletti della parte vecchia di Milano, quelli che ci sono per esempio dietro Sant’Ambrogio e dietro l’Università Cattolica. Io li adoro perché anche quando vado al cinema in centro all’ultimo spettacolo ed esco all’una di notte adoro la possibilità di tornare a casa camminando in quei vicoli del centro.
ISTRUZIONI PER L’USO
Attrezzarsi emotivamente perché comunque all’inizio non è scontato riuscire a trovare una propria dimensione. Si passa da una dimensione di paese, di collettività, di socialità molto forte a un luogo dove quello che lì hai, qui te lo devi conquistare dal punto di vista dei rapporti umani oltre che dal punto di vista del lavoro e dell’affermazione personale.
SETTE ANNI DA PENDOLARE
Io per i primi sette anni in cui ho vissuto a Milano sono tornata a casa tutti i weekend. Tornavo a Sorrento il sabato e la domenica, sempre, facendo enormi sacrifici economici. Però avevo bisogno di tornare a casa cioè di mangiare i pomodori dell’orto che sapevano di pomodori… Per fortuna anche la qualità del cibo è molto migliorata. A Milano quando sono arrivata mi sembrava che tutte le insalate sapessero di plastica.
IL WEEK END?
Io il sabato e la domenica, così come possibilmente a Ferragosto, sto a Milano perché si sta benissimo. Rimangono soltanto le persone con un’affinità elettiva assoluta, che amano stare con gli amici, fare le cose con gli amici, fare lunghe chiacchierate, mangiare bene in casa…No, la follia di scappare dalla città non ce l’ho per fortuna.
I GRATTACIELI
La nuova Milano dei grattacieli a me piace molto, la trovo moderna, mi sembra di vedere che molti di questi grattacieli sono vuoti e non ci abita nessuno.
MILANO INTERNATIONAL
I milanesi che dicono che Milano è la città più internazionale d’Italia sono un po’… Mi fanno un po’ ridere… Sì, va bene. Vengono tutti questi del design, della moda… però da qui a dire che adesso siamo una città internazionale… Una città internazionale è un’altra cosa.
CREDITI
La videointervista e il servizio fotografico a Candida Morvillo sono stati realizzati all’interno del Four Seasons Hotel Milan (via Gesù 6/8, 20121 Milano), che si ringrazia per la preziosa e cortese collaborazione.