Quando si vive in condominio ci sono delle regole ben precise che tutelano la quiete e la tranquillità dei condòmini.
Se una persona possiede un cane che disturba di continuo può anche essere denunciata dai vicini. Questo vale non solo per chi vive in condomini o palazzine, ma anche per chi possiede un giardino privato.
Se si contravviene, si rischia di commettere il reato di disturbo della quiete pubblica. Il regolamento condominiale in genere prevede gli orari nei quali deve essere osservato il massimo silenzio.
In quello comunale, invece, la giunta fissa i limiti ed i divieti riguardanti i rumori. Questi non devono essere molesti, quindi non superare la soglia dell’accettabilità in alcuni orari della giornata.
Per ciò che concerne il disturbo alla quiete pubblica dovuto ad uno o più cani, la valutazione è fatta dal giudice. Non rientrano in questa tipologia quelli che abbaiano di giorno, salvo che non sia nella fascia oraria del riposo, ossia fra le 13.00 e le 16.00, dopo le 21.00, oppure di notte.
Quando i cani disturbano un numero elevato di persone negli orari sopracitati, i proprietari possono incorrere nel reato di disturbo della quiete pubblica. Spetta a loro, infatti, farli smettere in modo tale da non infastidire le persone che vivono nello stabile.
Per questo é sconsigliato lasciare l’animale da solo sia in casa che in giardino o sul balcone, per evitare che non ci sia nessuno che possa riprenderlo e farlo smettere. Inoltre è anche possibile che abbai per solitudine.
Quando sopraggiunge una denuncia, l’intervento del giudice è fondamentale, perché manca una specifica legislazione al riguardo. Quindi, il magistrato dovrà valutare caso per caso per arrivare ad una decisione.
Servono delle verifiche fonometriche che dimostrino il calcolo dei decibel e l’effettiva non tollerabilità del rumore. Nelle situazioni che non danno àdito a dubbi, come ad esempio l’assiduo ululare notturno, non servono tabelle, ma è sufficiente la testimonianza dei vicini di casa.
Se confermano il disagio e l’impossibilità di dormire, il reato del proprietario dell’animale è proprio quello di disturbo della quiete pubblica. Il Dpcm del 14 novembre 97 ne stabilisce i limiti massimi emessi in un ambito abitativo.
Corrispondono a 5 decibel durante il giorno, tra le 6.00 del mattino e le 22.00 ed a 3 decibel durante la notte. Ricordiamo che ci sono due criteri con i quali si verifica l’inquinamento acustico e quindi la liceità dei rumori di una casa.
Il primo è quello dell’accettabilità che vale per le questioni amministrative e pubblicistiche. Gli enti preposti per la verifica sono il Comune o l’ARPA, ossia l’Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Il secondo, invece, è quello della tollerabilità e si riferisce a quanto disposto dall’Articolo 844 del Codice Civile.