Il rapporto annuale pubblicato dall’Associazione Antigone denuncia la mancanza di spazio vitale per i detenuti nelle carceri lombarde
Secondo il rapporto di Antigone, associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale, nella maggior parte delle carceri che si trovano in Lombardia, non sono garantiti nemmeno 3 mq per ogni detenuto. La relazione riguarda l’anno 2022 e le carceri visitate in totale sono 97. E’ stato rilevato che il problema principale degli istituti penitenziari è il sovraffollamento.
Se la capienza ufficiale è stimata per contenere 51.249 persone, all’interno se ne contano parecchi di più. In alcuni si arriva ad avere 56.674 detenuti, dati che arrivano ad aprile 2023. In Lombardia il tasso di sovraffollamento medio è addirittura del 133.3%, in particolare per le carceri bresciane di Canton Mombello e di Verziano.
A Brescia, durante una visita di Antigone, a dicembre del 2022 i detenuti presenti a Canton Mombello risultavano essere 314 e tra questi 145 erano di origine straniera, con un solo mediatore culturale. A Verziano in totale se ne contavano 111 e tra questi 38 erano donne.
Nel caso di Canton Mombello si è arrivati ad un sovraffollamento del 166.14% raggiungendo, così, il terzo posto nella lista delle carceri più popolose della Lombardia. Verziano ha toccato il 156.34% arrivando al secondo posto. Queste due carceri superano del 147.49% la media di affollamento della regione. Una situazione difficile e già denunciata dai detenuti stessi.
I quali sono appoggiati dalla garante per i diritti dei detenuti, da alcuni parlamentari e, soprattutto da chi lì ci lavora tutti i giorni: la polizia penitenziaria. Sembra che la questione più difficile da risolvere sia quella della custodia cautelare. Anche se è una misura in calo, se pur di poco, rispetto all’anno precedente, resta, comunque, la più alta della media europea.
Si dovrebbe cominciare a pensare, secondo Antigone, a misure diverse al carcere perché alcuni detenuti possano scontare la loro pena residua. A più della metà dei detenuti, in Italia, rimane da scontare meno di tre anni della pena totale. Per queste persone si potrebbero attuare misure diverse per terminare gli anni residui.
C’è da tenere presente anche le condizioni in cui queste persone vivono. Le carceri sono istituti vecchi. Spesso mancano alcuni servizi primari, come le docce o, addirittura, l’acqua calda. Infatti, il 20% delle carceri visitate risalgono alla prima metà del ‘900 e un altro 20% risale addirittura a prima del ‘900.
Nella regione Lombardia, la costruzione di 6 istituti su 11 risale al 1980. Canton Mombello, per esempio, fu costruito addirittura nel 1914. E, nel 45% dei penitenziari lombardi nelle celle non c’è la doccia. Questi dati di fatto portano, poi, alle varie denunce da parte dei detenuti stessi.
Nel corso del 2022 sono state 7.643 le domande di risarcimento per trattamento inumano arrivate agli uffici di sorveglianza in Italia. Non solo, ma anche per trattamento degradante e per l’assenza dello spazio necessario per rimanere in carcere. E ne hanno accolte 4.514, pari, cioè, al 57.4%.
Brescia è la città che ne ha accolte di più con una percentuale dell’82%. Questo dato potrebbe voler dire che nelle carceri bresciane sono ancora troppe le persone che vivono in condizioni poco favorevoli. Oppure, dall’altro lato, potrebbe significare che l’ufficio bresciano preposto alla gestione delle domande ha lavorato in modo molto efficiente.
Anche dal punto di vista sanitario le cose non vanno meglio. Mancano, secondo Antigone, strutture per prevenire o curare le malattie di tipo mentale. In una lettera scritta da un detenuto che vive a Canton Mombello si legge che alcuni cedono per depressione o sconforto, si lasciano andare rinunciando, così, a migliorarsi.
La lettera è arrivata al Giornale di Brescia e il detenuto l’aveva scritta in un momento di sconforto dopo la morte per infarto di un 50enne. Quest’ultimo non era riuscito a sopportare le condizioni di vita del carcere e aveva reagito autolesionandosi in vari modi. Altro dato allarmante è quello che riguarda i suicidi. Il 2022, in questo senso, è stato uno degli anni peggiori.
In Italia 85 sono le persone che si sono tolte la vita su 214 deceduti per altri motivi. La persona più giovane è stato un ragazzo di soli 20 anni e il più anziano un signore di 71. La maggior parte di questi detenuti si è suicidato durante i primi sei mesi di detenzione. Secondo i dati raccolti da Antigone, in Lombardia, solo nella metà delle carceri esiste un protocollo per prevenire questi atti estremi.