Caso camici: Fontana scagionato in appello

Caso camici: Fontana scagionato in appello Inoltre pure altri quattro imputati sono stati completamente prosciolti, proprio come è accaduto a Fontana. Ma cos’era successo?

Fontana
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Finalmente il governatore della regione lombarda può tirare il classico sospiro di sollievo, in seguito all’assoluzione attuata nei suoi confronti dalla Corte d’Appello della città milanese. Assoluzione per cosa? Quello che c’è da sapere a tal proposito.

Caso camici: la decisione presa nei confronti di Fontana 

Come accennato poco fa si parla di un specifico caso.

La risposta a tal proposito ha calmato gli animi del governatore lombardo Fontana e degli altri imputati, tutti coinvolti. Si parla del caso associato alla questione dei camici.

Difatti i giudici appartenenti al secondo grado di giudizio hanno provveduto a confermare il proscioglimento riguardante la figura di Attilio Fontana.

Quest’ultimo si trovava tra gli imputati, accusato di atti basati sulla frode correlata a delle pubbliche forniture.

Nel 2022 e precisamente il 13 maggio Chiara Valori, ovvero la giudice per l’udienza di tipo preliminare, aveva effettuato la sentenza. Praticamente si basava sull’elemento (non luogo a procedere) di non poter procedere, considerando che il fatto non sussisteva. Tutto ciò collegandosi non soltanto al presidente della Lombardia, ma anche al cognato Andrea Dini, nonché titolare di Dama spa.

La medesima sentenza ha riguardato in aggiunta pure Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, dirigente di Aria oltre che l’ex dg. Infine tra gli imputati c’era anche Pier Attilio Superti, ovvero il vicesegretario generale legato alla Regione Lombardia.

Caso camici, di cosa era accusato Fontana

L’accusa mossa nei confronti del governatore lombardo Fontana era quella di frode. Ciò in quanto avrebbe praticamente eseguito una sorta di simulazione di una forma di donazione fin dal principio. Un atto correlato esattamente ai 75mila camici forniti dalla Dama, che poi sono diminuiti a 50mila.

Governatore lombardo
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La Dama rappresenta per la precisione l’azienda tessile che ha come proprietario il cognato del presidente Andrea Dini. La moglie è proprietaria di tale società di una percentuale equivalente al 10%.

I motivi si sono esposti nella giornata del 26 maggio e dichiarano che Dini fin dagli inizi aveva messo le cose in chiaro. In relazione a ciò, si fa riferimento al fatto che Andrea Dini non avesse quindi alcuna intenzione di consegnare gli ultimi 25 mila camici.

Inoltre verso la data del 20 maggio del 2020 si era fatto il tentativo di trovare una soluzione alla problematica derivante da uno stato iniziale di imbarazzo.

Tutto questo tenendo presente l’inchiesta di genere giornalistico appena iniziata, però evitando di pensare alla fornitura come a un titolo in forma gratuita fin dal principio.

Questo si basa sulla situazione delle fatture, cioè delle prime che già si erano emesse.

Ecco quindi l’impaccio in cui si è trovato Attilio Fontana, il quale si è dunque ritrovato in una condizione altamente imbarazzante. Senza però attuare un reato per cercare di trovare un rimedio.

Ulteriori informazioni sul caso

Collegandosi precisamente al quantitativo di 25mila camici mai giunti, è importante fare una piccola precisazione.

Camici
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Il gip aveva messo in risalto una questione specifica sui camici, che potevano risultare di sicuro di notevole utilità per le strutture sanitarie di genere regionale.

Ma a quanto pare l’esigenza non era così urgente, come invece lo era stato durante le prime settimane collegate all’emergenza.

Dunque in questo caso non si può parlare di un danneggiamento subito non solo dalla Regione, ma anche dalle medesime strutture di tipo sanitario.

Fin dal principio i legali del governatore Attilio Fontana avevano messo l’accento sui fatti illustrati, che non rappresentavano assolutamente il vissuto del Presidente.

Dal canto loro i pubblici ministeri avevano sempre sottolineato che la presunta frode si sarebbe attuata per un motivo preciso. Infatti sarebbe stata concretizzata con l’intento di proteggere la figura politica del presidente della Regione.

Ciò dopo il conflitto di interessi associato ai rapporti basati sulla parentela.

Adesso finalmente è giunto il proscioglimento anche per quanto riguarda l’Appello, dopo quello inerente l’udienza di tipo preliminare.

Dopo tutto questo tempo, questo caso si potrà ritenere del tutto risolto al meglio, prima di tutto per i diretti interessati. Difatti questi ultimi adesso potranno veramente lasciarsi alle spalle quanto accaduto, che li ha coinvolti in prima persona. Ora si è risolto tutto da questo punto di vista, pure per Attilio Fontana che non ha più questo peso che si sentiva sul capo.

Qualcosa su Fontana

Riguardo Fontana sappiamo che è nato il 28 marzo nel 1952 e che appunto è un politico e presidente della regione lombarda.  In passato e esattamente dal 31 maggio al 21 giugno del 2016 è stato il sindaco della città di Varese. Mentre dal 7 maggio del 95 al 13 giugno del 99 è stato sindaco di Induno Odona.

Parliamo di una personalità molto forte che ha fatto parlare molte volte di sé come anche in questo periodo e per i motivi appena elencati. Ma alla fine sembra essere arrivato il lieto fine per il governatore lombardo.

 

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