Proseguono le indagini volte a capire chi possa essere coinvolto nel corteo non autorizzato avvenuto giorno 11 febbraio 2023. Lo scopo è scoprire i nomi dei responsabili e fare in modo che questi vengano adeguatamente puniti.
Gli anarchici sotto inchiesta per adesso sono 12, risultano essere indagati per aver commesso diversi reati tra cui resistenza a pubblico ufficiale, porto abusivo di armi improprie, oltre che danneggiamento e violenza verso terzi.
Durante il corteo sono avvenuti degli scontri con la Polizia con bombe carta e pietre. Il corteo per il caso Cospito è avvenuto l’11 febbraio presso il viale Sabotino.
Marcello Viola, procuratore che si occupa del Coordinamento del dipartimento Antiterrorismo, era già stato informato da giorni grazie a delle indagini della Digos, di 11 anarchici di Torino, Sondrio, Varese, Trento e Milano che avevano partecipato al corteo. Nessuno però era a conoscenza dell’identità degli indagati. Adesso piano piano stanno venendo fuori anche i nomi di chi è coinvolto, per cui presto saranno individuati tutti i responsabili.
Il procuratore ha chiesto ai magistrati di informarlo su qualsiasi azione o situazione collegata a proteste o manifestazioni di altro genere, che possono avere a che fare con il caso Cospito. Al momento le forze dell’ordine stanno studiando tutte le connessioni con i fatti dell’11 febbraio, quindi con il caso e la protesta, per cui a breve arriveranno degli altri aggiornamenti.
Domani potrebbe essere una giornata decisiva perché ci sarà l’udienza in Cassazione che andrà ad esaminare il ricorso che è stato presentato dal difensore di Cospito, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, arrivato dopo la decisione da parte del tribunale di sorveglianza di Roma che respinge qualsiasi reclamo per l’abolizione del carcere duro.
Cospito, nel caso in cui dovesse essere presa una decisione sfavorevole, dice di essere pronto al digiuno totale. Per chi non lo sapesse, Cospito è stato accusato di aver commesso due attentati anarchici nel giro di pochi anni. Per questo adesso, secondo i suoi sostenitori, sta scontando una misura troppo rigida, ovvero il 41 bis. Motivo per il quale avvengono manifestazioni violente.
Alfredo Cospito nato nel 1967, finito al 41 bis lo scorso anno, a maggio, per i prossimi 4 anni. sta proseguendo il suo sciopero della fame da tre mesi ormai. Le sue condizioni di salute, peggiorano di giorno in giorno. L’uomo è nato a Pescara, ma prima di essere arrestato era residente nel quartiere di Torino San Salvario.
Secondo gli inquirenti è uno degli elementi di spicco, tra gli anarchici di Torino che fa parte delle inchieste dell’insurrezionalismo dal 1996. Venne stato arrestato 10 anni fa per un attentato all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, eseguito insieme ad un suo amico, liberato nel 2020 a seguito di uno sconto della pena, importante.
Cospito nel 2006 è stato accusato anche di aver commesso un attentato contro la scuola dei Carabinieri di Fossano. Ai tempi erano stati piazzati due ordigni dentro due cassonetti posizionati all’ingresso dello stabile. Per fortuna questi non avevano causato né feriti, né morti. Per questo caso è stato condannato a 20 anni di reclusione.
Oggi chi sciopera, lo fa perché per lui è stato richiesto il 41 bis, per tagliare qualsiasi legame con l’esterno. In diversi casi infatti è venuto fuori che Cospito è riuscito da dentro il carcere, ad inviare messaggi all’esterno. Con questi, invitava coloro che lo seguono, a compiere atti terroristici. In uno per esempio esaltava l’efficacia di alcuni azioni volte a mettere in pericolo la vita di chi è al potere. Mentre in un altro ritrovato dalle forze dell’ordine, approvava un attacco esplosivo contro una stazione di carabinieri.