Il cadavere di Liliana Resinovich venne ritrovato nel gennaio di due anni fa nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste.
La donna scomparve il 14 dicembre del 2020. Sul corpo della 63enne verrà disposto un nuovo esame autoptico.
Si riapre il caso di Liliana Resinovich, la 63enne trovata senza vita il 5 gennaio del 2021 nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste. La donna era scomparsa da casa il 14 dicembre e da quel giorno, di lei, si erano perse le tracce, fino a quando il corpo non fu ritrovato in due sacchi neri dell’immondizia, uno infilato dalle gambe e l’altro dalla testa.
La procura di Trieste ha disposto la riesumazione del corpo di Liliana Resinovich, per far luce su un caso che, nella prima fase d’indagine, era stato archiviato come suicidio. Il procuratore Antonio De Nicolò ha ufficialmente annunciato, tramite un comunicato stampa, che il sostituto procuratore ha disposto un accertamento tecnico non ripetibile conferito a un collegio di consulenti.
La riesumazione della salma della 63enne triestina è uno degli elementi di indagine più attesi nell’inchiesta “bis”. Si tenterà di far luce su un caso di cronaca nera più intricato degli ultimi anni e le cui circostanze non sono mai state chiarite del tutto.
“Per me è importante che il corpo di Liliana possa dare delle risposte, perciò non mi oppongo” ha spiegato il marito della donna, Sebastiano Visintin, che ha annunciato di voler cremare il corpo della moglie appena saranno concluse le indagini.