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Economia e Lavoro

Cassa integrazione, al vaglio la cumulabilità col lavoro temporaneo

Cassa integrazione, il governo vorrebbe renderla cumulabile con il lavoro a termine per risolvere diverse problematiche comuni che causano non poco caos e disagi. Vediamo tutte le novità sulla questione.

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L’intenzione del governo di integrare i soldi della cassa integrazione con il lavoro temporaneo sembrerebbe prendere forma sempre di più.

L’idea è entrata nel disegno di legge, che potrebbe ben presto far parte del decreto lavoro che è stato approvato già all’inizio del mese-

Semplificazione trattamento cassa integrazione e lavoro

Questa sarebbe la semplificazione di tutti i contratti di sei mesi, un modo corretto per andare a favore di tutti coloro che usufruiscono di ammortizzatori sociali e bonus. Adesso molti contribuenti si staranno chiedendo cosa cambierà. Qualora il provvedimento dovesse entrare in vigore, non ci sarebbe più la sospensione del trattamento, ma la perdita del beneficio esclusivamente nelle giornate lavorate ovviamente comunicate dal diretto interessato. Ovvero dal lavoratore.

Grazie a questo a questo metodo alternativo, potrebbero venir fuori tutti i lavori non dichiarati come per esempio i lavori in nero svolti mentre si percepisce la cassa integrazione.

La sentenza del 1992 applicata nel 2023 con le dovute modifiche

In una sentenza che risale al 1992 l’orientamento della Corte di Cassazione si legge che lo svolgimento di attività remunerata, sia autonoma che subordinata nel periodo di sospensione del lavoro, quindi nel periodo in cui si percepisce l’integrazione, non comporta la perdita del diritto all’integrazione per tutto il periodo ma semplicemente per un periodo prestabilito.

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L’articolo 3 del decreto lavoro è intervenuto in merito per rendere universale la normativa e non distinguere tra le varie tipologie di lavoro. In questo modo si aiutano i lavoratori, si semplificano le cose, eliminando l’ipotesi di una sospensione del bonus e allo stesso tempo combattere il lavoro nero.

La garanzia della tutela e il rispetto delle regole da parte del lavoratore

Si ricorda comunque che il lavoratore ha l’obbligo di comunicare all’INPS lo svolgimento di un’attività lavorativa di qualsiasi tipo, per qualunque durata. Questo perché qualora dovesse venir fuori che chi percepisce la cig, allo stesso tempo lavora ma non lo chiara, quest’ultimo potrebbe perdere il diritto a ricevere il trattamento integrativo.

A questo punto si passa all’argomento fondi di società bilaterali che sono stati introdotti nel sistema italiano da poco, per andare a tutela dei lavoratori. La nuova norma va a modificare il meccanismo del finanziamento, garantendo qualsiasi tutela con il fondo bilaterale.

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Giusy Pirosa