Il mese di giugno dovrebbe essere finalmente quello della svolta per un gran numero di pensionati: sono in arrivo gli arretrati sul cedolino pensione.
Quando alla fine dello scorso anno il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato l’aumento del 7,3% delle pensioni per il 2023 tutti i titolari di trattamento pensionistico hanno potuto esultare. L’incremento è dovuto alla perequazione, ovvero alla rivalutazione degli importi delle pensioni in base all’inflazione. Per farla breve, grazie a questo aumento i pensionati possono reggere meglio l’urto dei rincari, specialmente quelli relativi ai costi dell’energia e ai prezzi dei generi alimentari. Tuttavia, nonostante siamo ormai arrivati a maggio, ci sono ancora diversi pensionati che non hanno ricevuto i soldi in più sul loro cedolino.
Cedolino pensione, finalmente gli arretrati: buone notizie
Una situazione che ha riguardato i titolari di pensione minima, che pure avrebbero dovuto avere un occhio di riguardo vista la loro situazione tutt’altro che semplice. I forti rincari dell’ultimo periodo hanno messo in ginocchio soprattutto questa categoria di pensionati, che hanno fatto un’enorme fatica a far quadrare i conti alla fine del mese. Fortunatamente la loro agonia sta per terminare. L’INPS, infatti, ha finalmente terminato i calcoli riguardanti gli arretrati di questi aumenti ed è quindi pronta ad avviare l’erogazione degli incrementi già nel cedolino di giugno.
Cosa significa, esattamente? I titolari di pensione che non avevano ancora visto alcun aumento sul loro cedolino otterranno non solo un aumento significativo sulla loro pensione mensile, ma anche il pagamento degli arretrati degli scorsi mesi in cui non hanno ricevuto nulla. Il ricalcolo degli importi si è rivelato una mole di lavoro imponente per l’INPS, che ha fatto registrare ritardi imprevisti creando non poche difficoltà ai titolari di pensione minima.
Come detto, la fascia maggiormente interessata da questa novità è quella dove sono presenti i pensionati che percepiscono fino a 4 volte il trattamento minimo. Inoltre, i pensionati con più di 75 anni potranno ottenere un aumento ancora superiore. L’obiettivo del governo è portare la pensione di questi soggetti a 600 euro al mese, provando poi ad alzare il trattamento a 1.000 euro entro fine legislatura. Per quanto riguarda gli ultra 75enni, l’aumento in arrivo consente di ricevere una pensione di 599,82 euro. Pertanto, rispetto ai 563,74 euro percepiti finora, sono in arrivo 36,08 euro in più.
La pensione cresce, ma non basta: possibile una riforma
Per tutti gli altri pensionati che non hanno ancora raggiunto i 75 anni l’aumento previsto nel cedolino sarà di 8,50 euro in più, per un totale di 572,20 euro. Restano confermate alcune norme, come ad esempio l’impossibilità di riconoscere questo aumento a più pensioni se il beneficiario è titolare di più trattamenti. La rivalutazione avverrà soltanto su una pensione.
Si tratta senza dubbio di una bella boccata d’ossigeno per questi pensionati che attendevano con ansia gli aumenti delle proprie pensioni. Chiaramente la misura non è ancora sufficiente per garantire ai titolari di pensione minima la possibilità di vivere senza patemi. Anche per questo il governo sta ragionando su una riforma delle pensioni da varare entro questa legislatura. Tuttavia pare che al momento l’esecutivo non stia riuscendo a reperire i fondi per questa importante manovra. Né tantomeno per Quota 41 che consentirebbe di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dalla propria età.