Bocciata dal centrodestra la proposta per il salario minimo, sembra che si vada verso altre iniziative piuttosto che favorire i lavoratori. Vediamo come stanno le cose.
La proposta per il salario minimo è stata bocciata dal centrodestra. Le opposizioni volevano stabilire un costo di 9 euro all’ora ai lavoratori, in modo da favorire coloro che lavorano con contratti subordinati. La proposta sarebbe però stata vantaggiosa anche per gli autonomi e per i parasubordinati.
Stando a quanto diffuso dalle fonti parlamentari, il centrodestra ha approvato un emendamento per bocciare la proposta per il salario minimo avanzata dall’opposizione. La scadenza per l’approvazione o la bocciatura della proposta era prevista per il 14 luglio, a mezzogiorno.
I gruppi di opposizione, tranne Italia Viva, avevano firmato la proposta di legge. Anche se non è passata, il prossimo 28 luglio il ddl approderà in Aula, però c’è la non approvazione del relatore. Nelle audizioni fatte nelle commissioni sono stati espressi pareri negativi nei confronti di un salario minimo che per legge deve essere regolato.
Fonti della maggioranza hanno evidenziato come il tema del salario minimo sia stato posto dalle opposizioni come una sorta di propaganda in questa stagione estiva che è già partita. Inoltre, hanno detto no a qualsiasi possibilità di discutere su contratti, lavoro povero e welfare aziendale, tutte tematiche che partiranno a settembre.
Per comprendere meglio cosa succederebbe se venisse approvato l’aumento del salario minimo a 9 euro l’ora, bisogna sapere che interesserebbe 3,6 milioni di contratti di lavoro, per un totale di circa 3 milioni di lavoratori. L’aumento all’ora porterebbe ad un incremento di ogni rapporto pari a 804 euro.
Dunque, in base a questi calcoli forniti dall’Istat, aumenterebbe di circa 2,9 miliardi il monte dei salari complessivo. Questo incremento sicuramente farebbe crescere il potere d’acquisto degli stipendi, che crescerebbero del 2,5% nel 2023. Tuttavia, si tratterebbe di una crescita al di sotto di quella dei prezzi generata dall’inflazione, la cui percentuale è intorno al 6,1% annuale.
Nella proposta per il salario minimo veniva riconosciuti ai lavoratori di qualsiasi settore un imposto globale pari a quello previsto nei collettivi firmati dai sindacati e da altre organizzazioni di rappresentanza. Ai lavoratori che operano in settori più svantaggiati il salario minimo garantito è di 9 euro all’ora.
Come previsto nella proposta per il salario minimo presentata dalle opposizioni, il costo all’ora stabilito per legge a nove euro riguarderebbe anche autonomi e subordinati.
Come previsto nella proposta, verrebbe istituita anche una commissione con diversi rappresentanti delle istituzioni per fare i dovuti aggiornamenti al salario minimo, che dovrebbero avvenire periodicamente.
Inoltre, nella proposta è stato anche inserito il riconoscimento ai lavoratori del diritto di avere un trattamento di retribuzione che permetta di vivere dignitosamente. Per legge verrebbe rispettata la ultrattività dei contratti di lavoro disdetti oppure scaduti.
Un altro dettaglio è che ai lavoratori verrebbe riconosciuto un certo periodo di tempo per l’adeguamento dei contratti alle nuove regole, con un ulteriore vantaggio economico per supportare i datori di lavoro che devono sborsare di più.