Chiusi oltre 1300 negozi a Milano

A Milano sono stati chiusi oltre 1300 negozi per caro affitti, inflazione e pandemia. A chiudere dal 2019 ad oggi sono circa il 4% dei negozi presenti a Milano, di qualsiasi genere.

Negozio chiuso
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Prima la chiusura è stata dettata dalla pandemia che ha condotto sul lastrico centinaia di famiglie e imprenditori di tutta la regione.

Poi è arrivato il caro energia, il caro materie prime, subito dopo l’inflazione che ha costretto le famiglie a ridurre il più possibile i consumi. A tutto questo si sono aggiunti i canoni per l’affitto, che hanno raggiunto prezzi alle stelle, a seguire anche la stretta sui mutui.

Ovviamente il risultato di tutto questo non poteva che essere la decisione di calare le saracinesche una volta per tutte sia per quanto riguarda i negozi del centro che quelli in periferia.

Fuorisalone e altri evento riportano il segno + per l’economia milanese, ma non basta

La ripresa è iniziata. La dimostrazione arriva dal fatto che oggi Milano è piena di visitatori provenienti da tutto il mondo grazie ai giorni di Fuorisalone e di molti altri eventi che hanno riportato per fortuna il segno +. Ma non è abbastanza, perché c’è ancora molto su cui lavorare.

supermercato
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Basta dire che nel 2019, erano attive 29.606 imprese, considerando anche ambulanti, commercianti online, bar, store, ristoranti e molto altro ancora. Quattro anni dopo, a rimanere aperte sono state soltanto 28.000 attività considerando sia quelle fisiche che quelle online.

1.289 negozi di diverso genere sono stati chiusi perché i proprietari si sono trovati impossibilitati a pagare le spese di mantenimento.

Desertificazione delle zone di periferia, ecco cosa sta succedendo a Milano e non solo

Di conseguenza prosegue la desertificazione di tutte le zone di periferia, perché le poche attività commerciali rimaste si trovano al centro di Milano che dà molta più opportunità di vendita. Nell’ultimo periodo sia a causa della pandemia che per molti altri motivi tra cui il risparmio, molte persone hanno scelto di acquistare i prodotti direttamente su internet. I piccoli commerciali ne hanno fatto e continuano a farne le spese.

Poi sono aumentati i Minimarket e i negozi di alimentari degli stranieri, che rispetto al 2019 sono rappresentati da un più 21,6%, la stessa cosa vale per gli empori e per i negozi di prodotti che non hanno a che fare con gli alimenti. In questo caso si registra un aumento del 17,6%. Poi si passa ai negozi di apparecchiature mobili, che registrano invece con​ più 15​%.

Quali sono i comparti in calo

I comparti in calo invece sono il settore degli accessori e delle calzature. A chiudere sono stati 49 negozi, ovvero il 14,6%. Stessa cosa per quanto riguarda i negozi di ferramenta che sono diventati introvabili. A resistere sono soltanto 235 attività. Bar senza cucina e ortofrutticoli calano in maniera consistente. I primi del 13% e i secondi del 9,3%.

Non si vende più tabacco, è invece scoppiata la vendita delle sigarette elettroniche che oggi forse fanno un po’ la moda. Uno degli eventi che porterà un introito di 223 milioni di euro è il Salone del mobile. L’evento ha inizio proprio questa settimana e rispetto agli anni passati, molto probabilmente porterà in Lombardia un importante numero di visitatori provenienti da tutto il mondo.

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