Ciclista investita da una betoniera: si chiamava Alfina. La donna era mamma di un adolescente e si trovava sulla sua bicicletta quando ha perso la vita, a causa di un investimento da parte di un mezzo pesante. Ennesimo incidente mortale nel capoluogo lombardo.
La donna era originaria di Salerno, ma da parecchio tempo risiedeva nella città milanese con la sua famiglia. In seguito a tale incidente che le ha tolto la vita, ha lasciato un compagno e un giovanissimo figlio di soli 14 anni. Questo era il suo nome.
Ciclista investita: travolta e uccisa a Milano: prime informazioni
Nella mattinata di ieri giovedì 22 giugno, a Milano si è purtroppo verificato un altro incidente stradale. Un incidente mortale a discapito di chi guida una bicicletta per le strade della città. Stavolta la vittima è Alfina D’Amato, una donna di 60 anni compiuti all’inizio del 2023. Parliamo di una donna che amava moltissimo spostarsi in bicicletta. Una predilezione che si poteva notare pure su tante sue raffigurazioni pubblicate sul suo profilo social, che la ritraevano appunto accanto o in sella al suo mezzo a due ruote.
Intorno alle 9,20 la D’Amato si trovava appunto in sella alla sua bicicletta quando si è ritrovata di fronte una pesante betoniera. Per lei tutto è finito in quel momento quando il mezzo l’ha letteralmente travolta con un impatto tale da farle perdere la vita.
Un incidente che si è attuato precisamente in piazza Francesco Durante, non distante da piazzale Loreto nel quartiere Casoretto.
Attenendosi a un’iniziale ricostruzione di come si sono svolti i fatti e basandosi sulle testimonianze di varie persone presenti sul posto in quel momento che hanno assistito alla spaventosa scena, il camion stava svoltando verso destra. Nello stesso momento la vittima stava tranquillamente percorrendo la strada che da via Francesco Predabissi conduce a viale Lombardia.
Probabilmente proprio in quegli attimi stava accingendosi ad attraversare quella via.
In quel preciso incrocio il mezzo pesante avrebbe quindi agganciato la bicicletta della donna, iniziando a trascinarla con sé per una cinquantina di metri.
Intanto il guidatore della betoniera a quanto pare non ha capito nulla di quanto stesse accadendo in quel momento, continuando dunque il suo cammino fino a fermare il veicolo di fronte all’istituto bancario Fineco, in direzione via Andrea Costa.
Quindi il conducente non si sarebbe accorto di aver investito una donna, l’ha scoperto solo nel momento in cui alcune persone hanno attirato la sua attenzione per segnalargli ciò che era successo.
Ciclista investita: i soccorsi e il decesso della donna
Una delle ipotesi valutata in questo momento dai ghisa è quella che la sessantenne si sia trovata in un angolo cieco, alla destra della betoniera. Questa possibilità si è valutata basandosi sui primi rilievi effettuati dalla polizia locale.
Ma tali rilievi stanno continuando a piene mani, perché è fondamentale capire bene l’intera dinamica di quanto accaduto nella mattinata di ieri, 22 giugno.
Quella appena descritta riguarda un tipo di dinamica molto somigliante a quelle degli incidenti che si sono verificati in questi ultimi mesi nella città milanese.
Ormai molti cittadini hanno timore proprio per questi motivi, di spostarsi coi mezzi più leggeri come le biciclette o anche a piedi. Tutto ciò appunto per via di tutti questi incidenti mortali che stanno accadendo sempre più frequentemente, all’interno di questa grande città della Lombardia.
Dopo l’incidente di ieri, i medici e i paramedici del 118 inviati urgentemente dall’Agenzia regionale di emergenza e urgenza della regione lombarda, hanno subito effettuato i primi soccorsi cercando di rianimare la donna per una decina di minuti.
Inoltre il personale sanitario giunto con l’ambulanza, ha pure provveduto a intubarla stesso sul posto dove si era verificato l’incidente.
In seguito è stata presa la decisione di trasportare la donna in codice rosso alla struttura ospedaliera del Policlinico, sperando di poterla in ogni caso salvare.
Purtroppo, però, le ferite riportate dalla sessantenne in seguito al potente impatto e a causa del trascinamento erano talmente gravi, da non permetterle di salvarsi.
Infatti gli operatori sanitari appena la donna è arrivata presso la struttura ospedaliera, non hanno potuto fare nulla per aiutarla, ma soltanto constatare il suo decesso.
La donna lascia dunque il suo compagno con cui conviveva e un figlio giovanissimo che non vedrà più tornare sua madre a casa.
Le forme di protesta dei milanesi; la pericolosità delle strade
Durante le ore pomeridiane di giovedì 22 giugno, un certo numero di ciclisti ha deciso di organizzare e mettere in pratica una vera e propria manifestazione di tipo spontaneo. Ciò si è attuato precisamente in piazza Durante, arrecando conseguentemente dei disagi agli automobilisti perché i manifestanti hanno provveduto a bloccare il traffico.
Tutto questo per effettuare una protesta personale nei confronti delle ripetute stragi stradali che stanno succedendo con sempre più frequenza, per le strade interne cittadine del capoluogo lombardo.
Episodi allarmanti ed estremamente pericolosi per chi vive in questa città e si sposta utilizzando mezzi a due ruote, come stava facendo la sessantenne quando l’ha travolta la betoniera.
Non si può continuare a vivere nel terrore a Milano a causa di questi incidenti. Incidenti mortali che quando accadono lasciano sgomento, paura, preoccupazione. Soprattutto perché chi è alla guida di questi mezzi pesanti spesso non si rende conto di quello che accade.
Come il conducente della betoniera che non si è accorto di nulla, finché non è stato allertato.
Queste le sue parole in seguito all’incidente avvenuto ieri:
“Ho sentito come un dosso, ho guardato e ho visto la signora in mezzo alla strada. Ho aspettato il verde, avevo la freccia accesa. Mi sono anche fermato prima di svoltare”.
Insomma da tali parole si evince come l’autista non si sia accorto proprio di nulla e questo mette ancora di più in rilievo la situazione preoccupante delle strade milanesi, per chi è in sella alla propria bici. Ora il conducente del mezzo è indagato per omicidio stradale.