Non solo il Duomo, Milano è tanto altro, e chi ci vive lo sa bene. Ecco una carrellata di itinerari nascosti che meritano una visita.
“Milano è un po’ come me: non palesemente bella, in realtà bellissima”, così disse una volta Mariangela Melato. E che questo sia vero, i milanesi lo sanno bene: la bellezza di Milano non salta all’occhio come quella di Roma o Firenze, ma si nasconde negli angoli e nelle vie poco battute, in attesa di farsi trovare dai più attenti osservatori. Se siete tra questi, è arrivato il momento di scoprire 5 posti segreti e generalmente ignorati dai turisti, ma che conservano un fascino speciale.
La Certosa di Garegnano
Milano non è solo Duomo, moda e lavoro, è anche arte, cultura e storia. Un esempio? Il primo posto segreto che forse ancora non conosci: la Certosa di Garegnano. Fondata nel settembre 1349 dal Vescovo Giovanni Visconti, al tempo Signore della città, questa Chiesa si trova in Via Garegnano 28, nella zona nord-ovest di Milano. Al tempo della sua fondazione era circondata dalla campagna, e fu proprio in quel periodo, precisamente nell’estate del 1357, che il celebre poeta Francesco Petrarca vi soggiornò.
Nei suoi scritti, infatti, possiamo trovare una dettagliata descrizione dei paesaggi e suoni della campagna milanese che lo circondava. In quel periodo, inoltre, Petrarca iniziò la scrittura del Canzoniere, e si dedicò alla stesura di saggi e lettere, nonché alle Rime. Oltre che per il suo valore storico, comunque, la Certosa di Garegnano va assolutamente visitata per ammirare i meravigliosi affreschi, marmi e stucchi al suo interno. Un vero gioiello nascosto fuori dal cuore di Milano.
Un antico villaggio operaio: Via Lincoln
Una via per ora poco conosciuta dai turisti, ma le sue foto sui social iniziano a farsi strada: Via Lincoln, il “quartiere Arcobaleno”. Che ricorda, con le sue case dalle facciate colorate, una piccola Burano, ma anche il quartiere londinese di Notting Hill. Villette a due piani di tonalità pastello, con persiane alle finestre, giardino e fiori disegnati sui cancelli. Niente auto parcheggiate, niente via vai: un rifugio nascosto dal caos del centro di Milano, seppur si trovi a pochi passi dalle vie più trafficate, in zona Piazza Cinque Giornate, a 10 minuti dal Duomo.
In origine, negli anni ‘80 dell’Ottocento, il quartiere fu ideato e costruito dalla cooperativa edilizia Seao, che aveva lo scopo di realizzare un villaggio operaio per i lavoratori impiegati in quella zona. L’idea era quella di realizzare delle case semplici, che potessero essere acquistate a basso costo. Oggi, quel quartiere operaio si è trasformato in una chicca esclusiva, con case dai prezzi tutt’altro che accessibili a motivo delle loro caratteristiche: centralità, esclusività e dimensioni maggiori rispetto a un appartamento standard.
Il quartiere Maggiolina
Un’altra zona difficilmente raggiunta dalle nubi di turisti, più che altro perché non ci si imbatte per caso ma bisogna andarci intenzionalmente, è il quartiere Maggiolina. Meglio conosciuto come Villaggio dei giornalisti, si tratta di un complesso di villette dalla forma davvero curiosa, a igloo. A realizzarle fu, nel 1946, l’ingegner Mario Cavallè, il quale aveva progettato anche delle case a forma di fungo, poi demolite negli anni ‘60.
L’idea del Villaggio fu presentata dal giornalista Mario Cerati, che chiese un quartiere da destinare ai lavoratori delle classi medie: giornalisti, letterati e professionisti. Oltre che per ammirare la curiosa forma delle case, comunque, una visita al quartiere è d’obbligo anche perché sotto la Maggiolina scorre il fiume Seveso, quel famoso corso d’acqua che i romani deviarono verso Milano, che oggi confluisce nel Naviglio della Martesana.
Museo Bagatti-Valsecchi
Ed ecco un’attrazione tutta da scoprire per gli amanti del design. Si tratta di una casa museo nata grazie all’operato di due fratelli, i baroni Giuseppe e Fausto Bagatti Valsecchi. Nella seconda metà del XIX secolo, i due decisero di ristrutturare la casa di famiglia, oggi nel cuore di Milano, in Via Gesù 5. I baroni, nel contempo, erano appassionati d’arte, e iniziarono a collezionare diverse opere da inserire all’interno della casa, con l’intento di realizzarla nello stile del Cinquecento lombardo.
Allo stesso tempo, la dotarono di tutti i comfort più moderni disponibili all’epoca: acqua corrente, luce e riscaldamento. Il palazzo fu abitato dagli eredi di Fausto e Giuseppe fino al 1974. In quell’anno, infatti, le opere collezionate furono donate alla Fondazione Bagatti Valsecchi, nata poco prima. A vent’anni di distanza, Casa Bagatti Valsecchi diventa un museo, la cui visita permette di aprire una finestra sugli esordi del design milanese.
Piazza Sant’Alessandro
Ultima, ma non per importanza, se ti stai chiedendo quanti giorni trascorrere a Milano per visitarla ecco un’altra gemma nascosta: Piazza Sant’Alessandro, incastonata tra Via Torino e Piazza Missori. La piazza prende il nome dalla Chiesa barocca che ospita, la Chiesa di Sant’Alessandro, per l’appunto.
Guardandosi intorno, sembra di essere a Piazza di Spagna a Roma: palazzi, piccoli ristoranti, panchine ed enoteche. Ma anche edifici storici, perché oltre alla Chiesa la piazza consente di raggiungere il palazzo delle antiche Scuole Arcimbolde, risalente al 1600, oltre che Palazzo Trivulzio, che un tempo ospitava la collezione trivulziana spostata poi in parte al Castello Sforzesco. A pochi passi dalla caotica via Torino, Piazza Sant’Alessandro è una tappa ideale per fermarsi a godere di qualche attimo di tranquillità e silenzio.