La Suprema Corte ha deciso che il Comune deve garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini italiani
E’ stata la Suprema Corte a decidere in merito a tale questione, dopo una vicenda iniziata nel 2012. La tutela della salute dei cittadini spetta al Comune, per cui, se la movida cittadina è nociva sarà l’ente pubblico a risponderne. Durante il periodo estivo i locali svolgono l’attività all’aperto.
Naturalmente questo comporta un maggiore rumore che può infastidire le persone che abitano in zona. I volume della musica, per esempio, ha un limite massimo oltre il quale non si può andare. E’ compito dei titolari abbassare al minimo e spegnere. Non solo, le persone che rimangono possono essere fonte di disturbo con il chiacchiericcio,e a volte anche urla o litigi.
Due dei fattori fondamentali riguardano l’orario ed un altro il luogo. Capita che i clienti bevano un po’ troppi alcolici oppure, se sono ragazzi giovani, non si preoccupano, in genere, di tenere i toni della voce più contenuti. Qualunque sia la fonte dei rumori che proviene da un locale, in ogni caso lede un diritto alla quiete dei cittadini che vivono nei pressi di questo.
Comune è responsabile dei danni
Si tratta di un vero e proprio diritto alla salute attraverso il rispetto e l’adempimento di quanto stabilito da norme pubbliche. Per cui, se vi sono delle denunce di privati a tale riguardo il responsabile dei danni è il Comune, il quale dovrà quindi pagare un indennizzo al querelante.
Questo è quanto emerso dalla sentenza emessa dalla Cassazione rispetto ad una denuncia fatta a Brescia. Una coppia residente nel centro della città si era rivolta alla Corte per lamentare il disturbo derivante da rumori molesti provenienti da un bar notturno. La sbalorditiva decisione mette i comuni in una situazione che potrebbe avere delle gravi conseguenze sui bilanci pubblici.
Dal primo giudizio emerse che avevano diritto ad un risarcimento. La somma era stata decisa per un ammontare che andava oltre i 50 mila euro. Il Comune rispose facendo ricorso ed in appello vinse. Le parti in causa passarono così all’altro grado di giudizio. La Cassazione, decise di cambiare nuovamente la sentenza.
La motivazione risiedeva nel fatto che spetta al comune tutelare il cittadino che denuncia una lesione al proprio diritto alla salute. I giudici hanno comunque disposto un appello bis per poter quantificare la portata dei danni subìti dai querelanti. Il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, presidente dell’Unione delle Province ha dichiarato che tale decisione potrebbe essere davvero un danno enorme per gli enti pubblici.
Sentenza molto importante
Una decisione basata su un quadro normativo ampio che riguarda l’inquinamento acustico. A Ravenna la giunta è intervenuta con ordinanze apposite riguardanti l’utilizzo di fonometri elettronici fissi per mantenere da un lato la quiete e dall’altro di permettere il divertimento. L’obiettivo è quello di coordinare i due aspetti anche per tenere vivi il centro e le spiagge.
Per questo ci vorrebbe un intervento legislativo apposito che si occupi al meglio di responsabilità e poteri. Secondo Alessio D’Amato, consigliere regionale d’opposizione nel Lazio, la sentenza segna una scelta molto importante. Questa infatti tutela il diritto alla salute su ogni cosa, in particolare sulla movida.
I comuni dunque dovranno intervenire in conformità ad essa. Secondo l’assessore alla Cultura del Comune di Roma, Miguel Gotor, il provvedimento è eccessivo. Questo perché non è facile individuare una responsabilità diretta della pubblica amministrazione.