Il taglio del reddito di cittadinanza sta suscitando roventi polemiche e proteste. Di contro, sono in aumento i lavori stagionali.
La scarsità di manodopera stagionale può spesso sembrare un’idea fantastica, simile a un sogno in piena estate.
L’indagine di Federturismo, come riportato da Il Messaggero, rivela che alcuni soggetti che prima erano dipendenti dal Reddito di Cittadinanza hanno potuto assicurarsi un lavoro temporaneo grazie all’aumento della domanda in alcuni settori nel corso della stagione estiva.
Le seguenti statistiche evidenziano la notevole crescita in queste aree. Nel recente arco di diversi giorni, un numero sbalorditivo di 159.000 famiglie è stato informato tramite SMS che il sussidio sta per finire.
In particolare, la stagione estiva ha offerto opportunità immediate di lavoro temporaneo, in particolare nelle regioni costiere del Sud Italia, che vantano un significativo settore turistico.
Contrariamente ai contratti di lavoro convenzionali, il contratto a tempo determinato per mansioni stagionali è esente dal limite di tempo previsto di 24 mesi.
Inoltre, non rientra nell’ambito dei presupposti per il rinnovo o per il superamento della soglia dei dodici mesi, come previsto in tutti i casi.
Questo tipo di contratto è specificamente applicabile a settori selezionati, in particolare ristorazione, agricoltura e turismo.
Secondo quanto dichiarato da Marina Lalli, presidente di Federturismo, in un’intervista al Messaggero, gli incrementi più significativi stanno avvenendo “in Campania, Puglia e Sicilia“.
Queste particolari regioni vantano una consistente popolazione di individui con elevate potenzialità di guadagno e, di conseguenza, testimoniano un aumento della domanda di personale aggiuntivo all’interno del settore turistico in previsione della stagione estiva.
Nelle ultime settimane si è registrato un aumento della domanda di lavori che non richiedono qualifiche specifiche.
Queste posizioni includono ruoli come lavapiatti e addetti alle pulizie, nonché lavori in cui è necessaria una formazione minima, come camerieri e baristi in locali che sono stati recentemente inondati da turisti sia italiani che stranieri.
In questi settori si possono trovare opportunità occupazionali immediate. Se la tendenza alla riassunzione di lavoratori precedenti si confermasse in futuro, potrebbe far fronte a una persistente scarsità di manodopera stagionale, che ammonta a centinaia di migliaia di dipendenti all’anno.
Nella sua relazione al quotidiano, Silvio Moretti, direttore lavori della Fipe, che è la Federazione italiana dei pubblici esercizi, parla dei soggetti che fino a luglio ricevevano i sussidi e ora si sono rivolti all’azienda.
Moretti spiega che le aziende che hanno già iniziato la loro stagione hanno costituito un proprio organico.
Tuttavia, nel caso in cui si verifichino posti vacanti imprevisti, queste persone possono essere chiamate a fungere da sostituti temporanei.
Attualmente, il settore agricolo sembra essere esentato dalla pratica di incorporare persone precedentemente occupate nella forza lavoro.
Roberto Caponi, direttore del lavoro di Confagricoltura, esprime preoccupazione per “un significativo deficit di 100.000 lavoratori che è stato solo parzialmente compensato dagli extracomunitari”.
“È imperativo minimizzare questo deficit includendo gli ex lavoratori che possono svolgere mansioni meno specializzate, per le quali possono facilmente acquisire le competenze necessarie in un breve periodo di tempo”.
Sulla base dell’ultimo rapporto diffuso da Unioncamere, le imprese hanno individuato con successo un totale di 32.701 persone occupate nella categoria delle professioni non qualificate.
I disavanzi più significativi si osservano nell’organico addetto al trasporto e distribuzione delle merci, nel personale addetto alla salvaguardia di immobili, attrezzature e beni, nonché negli operai specializzati nelle costruzioni e nelle attività manifatturiere.