Condannati tre militari per catcalling: rese note le motivazioni

Tre militari sono stati condannati in seguito alla denuncia di una giovane ragazza trattata come una preda.

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Il fatto è successo ancora il 22 marzo del 2021. I tre militari, al momento dell’incidente, fuori servizio, stavano bevendo una birra in un bar di San Siro. Allora i tre erano addetti all’operazione “Strade Sicure”. Una ragazza di 19 anni stava passando per strada e i tre hanno iniziato ad insultarla.

La ragazza abitava di fronte al locale, in una palazzina. I tre si erano rivolti a lei con parole pesanti, insulti volgari ed offensivi. Le parole erano diventate delle velate minacce e il tono “petulante”. La ragazza, per rientrare a casa aveva dovuto cambiare strada.

Più tardi, per scendere a portare il proprio cane a passeggio, aveva cambiato anche abbigliamento. In questo modo sperava che i tre militari, non riconoscendola, la lasciassero in pace. La ragazza aveva deciso di sporgere denuncia nei confronti dei tre militari.

Condannati ad un mese e ad un risarcimento di 3mila euro

Durante il processo, avvenuto lo scorso aprile, i tre uomini erano stati condannati ad un mese di carcere, ma con pena sospesa e non menzione. Inoltre, il giudice Fuda aveva anche deciso un risarcimento per la vittima di 3mila euro. Un processo piuttosto raro, in Italia, per questo tipo di reato.

In questi giorni il giudice Luigi Fuda ha reso note le motivazioni che hanno portato alla condanna dei tre militari. Nella nota si legge che:

“Hanno considerato la vittima una preda da ghermire”.

I tre, al momento del reato, membri dell’esercito, avevano mostrato un atteggiamento arrogante e prepotente nei confronti di una giovane donna “considerata, in una logica di branco quasi una preda da ghermire”. E, nonostante la ragazza fosse in difficoltà, avevano continuato le avances con insulti di natura sessuale.

L’unico motivo per il quale non sono state riconosciute le attenuanti generiche ai tre condannati è il fatto che ognuno di loro fosse incensurato. E ha continuato sottolineando come i tre non abbiano mostrato nessun tipo di ravvedimento né all’epoca dei fatti, quando hanno discusso con i genitori della ragazza quando si erano presentati per aiutarla, né durante il procedimento.

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Il catcalling è una molestia, in genere a sfondo sessuale, che alcuni uomini rivolgono alle donne che incontrano per strada. Non importa come una ragazza sia vestita. Viene denigrata ed insultata per il solo fatto di essere donna.

Secondo l’Accademia dell Crusca, il termine risale, con il significato che diamo oggi, al 1956. Nel ‘700 aveva più il significato di fischiare e si riferiva, soprattutto, ai fischi rivolti ad attori di teatro per far capire loro che la rappresentazione non era gradita al pubblico presente.

Catcalling, un’offesa verbale verso le donne

Ai giorni nostri ha una connotazione diversa usata per offendere le donne che si incontrano per strada. Non importa il vestito o che cosa stiano facendo in quel momento. Nel 2018 il governo francese ha approvato una legge che punisce il catcalling con multe fino a 750 euro.

Questo atteggiamento è punito, per legge, anche in Perù e in qualche stato americano. In Italia non esiste un reato specifico per punire il catacalling. I processi fino ad ora svolti in questo senso sono pochi. Questo nei confronti dei militari è uno dei pochi ed ha portato ad una condanna e ad un risarcimento.

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