Marco Campanaro ha ucciso la fidanzata con 59 coltellate, ora è stato condannato a scontare 22 anni di carcere
Marco Campanaro, il 25 luglio del 2022, ha ucciso la sua compagna pugnalandola per ben 59 volte. Lo ha fatto nella casa di Codorago, in provincia di Como, dove avevano deciso di convivere per costruirsi una vita insieme. Il motivo di questo gesto sembra da far risalire alla forte gelosia da parte dell’uomo.
Erano le cinque, circa, del mattino, quando i vicini della coppia hanno chiamato i carabinieri in seguito alle forti urla che uscivano dalla casa dei due giovani. Gli agenti delle forze dell’ordine, una volta arrivati sul posto, hanno bussato e alla porta è arrivato ad aprire Marco Campanaro, il compagno di Valentina.
I carabinieri, entrati in casa, hanno trovato la giovane donna in un bagno di sangue in bagno. Il litigio, che aveva poi portato al femminicidio, sembra dettato dalla gelosia per un presunto tradimento di Valentina e dai continui messaggi che lei riceveva sul cellulare. Marco Campanaro è stato subito arrestato e portato in caserma.
Nella giornata di ieri il processo si è concluso con una condanna a 22 anni di carcere, al termine dei quali dovrà passare altri 3 anni in una Casa di cura di custodia. Un procedimento molto veloce nel quale si sono presi in considerazione solo gli atti senza ascoltare alcun testimone. Mariano Fadda, pubblico ministero, aveva chiesto 15 anni di reclusione.
Questo per via dei problemi di mente di Marco Campanaro, al quale era stato riconosciuto un disturbo della personalità di tipo misto. Andava incontro, infatti, ad episodi sia di tipo psicotico che paranoide. Questo lo renderebbe un soggetto socialmente pericoloso. Campanaro rimarrà, così, per altri 22 anni al carcere di Bossone, dove è attualmente detenuto.
Il processo si è svolto ieri, in quanto, secondo l’ultima riforma non è possibile processare con riti abbreviati gli omicidi aggravati. Questi devono andare direttamente al dibattimento. La Corte ha compreso che Campanaro non ha agito con crudeltà, seguendo la richiesta dell’avvocato dell’imputato Paolo Battaglia.
Nonostante questo la condanna è stata ben superiore rispetto a quella richiesta dal Pm Mariano Fadda che, per l’avvocato di parte civile era insufficiente vista la brutalità dell’atto. La famiglia di Valentina è ancora chiusa nel proprio dolore. Il papà non discute gli anni della condanna. Per lui è indifferente, tanto la sua bambina non c’è più e questo è un fatto che non potrà cambiare.
Le sue parole non sono di odio. Prova soltanto pena. Lo guarda e vede solo un uomo ridotto piuttosto male. Alfio Di Mauro, papà di Valentina, ricorda che la figlia era felice e che sperava di costruire una vita insieme al suo compagno. Ora è finita, Campanaro è stato condannato per la sua follia.